Itri:SFIDUCIATO IL SINDACO A ITRI. PORTE APERTE AL COMMISSARIO PREFETTIZIO

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ITRI – Qualcuno, ieri sera, si chiedeva se l’ultimo ciclo
amministrativo, prima che Itri divenisse acefala nell’espressione

istituzionale collocata quattro anni fa alla sua guida, fosse

paragonabile a una propedeutica eutanasia o se, invece, il mancato lieto

fine dell’intera vicenda dovesse essere definito uno straziante

accanimento terapeutico. Fatto sta che, a meno di un anno dalla sua

scadenza naturale, la cittadina aurunca si è trovata ad aprire le porte

alla quarta esperienza commissariale per l’anticipato scioglimento della

massima assise. E così, dopo Salvatore Corriere, nel 1966, Angelo

Barbato, nel 1970, e Caterina Amato nel 1996, un’altra figura

dell’Ufficio Territoriale del Governo, come oggi viene chiamata la

Prefettura, subentrerà all’amministrazione nella guida “ordinaria” del

paese. Questo il risultato del consiglio comunale d ieri pomeriggio,

caratterizzatosi per lunghezza dei tempi e durezza dei toni che hanno

caratterizzato gli interventi di quasi tutti i suoi componenti. Si

aspettava soprattutto la decisione di Raffaele Mancini, esponente di

AN-MSI, prima, e di FdI dopo, il quale aveva fatto parte della lista di

coalizione “Patto per Itri e per De Santis sindaco”, un autentico

arcobaleno di coloriture ideologiche che nel maggio 2011 strappò la

leadership locale ai vecchi governi di centrodestra. “Tradirei il

mandato conferitomi dagli eletto rise continuassi a lasciare ancora in

vita questa amministrazione che non è più in grado di proseguire in

maniera autosufficiente il suo cammino, in quanto ha bisogno del

sostegno numerico di esponenti dell’iniziale opposizione. Perciò, anche

se a malincuore per gli ottimi rapporti esistenti tra me e il sindaco De

Santis, mi vedo costretto a togliere il sostegno alla ex maggioranza,

riproponendo, ancora in questa sede, l’invito ai sei firmatari la

mozione di sfiducia, affinchè si ricerchi una ultima soluzione che eviti

l’arrivo del commissario, l’ipotesi di una giunta tecnica”. Respinta

questa proposta, si è preso atto della fine dell’esperienza

amministrativa “trasversale”, mentre in consiglio sono risuonate le

accuse da ambedue le parti per le responsabilità del fallimento della

consiliatura. Hanno preso la parola, nell’ordine, Claudio Cardogna,

Elena Palazzo, Italo La Rocca,Pietro Di Mascolo, Antonio Ruggieri,

Raffaele Mancini (il cui intervento è stato ascoltato nel più rigoroso

silenzio che a molti ha ricordato lo storico annuncio, nel giugno del

1971 di Tiberio Colaguori che eletto nelle liste della DC per conto

della corrente di Forze Nuove, per superare l’impasse della parità dei

fronti –10 voti per l’asse DC-MSI e 10 per il fronte popolare PCI-PSI–

accettò la carica di sindaco proferendo la storica frase <<Non posso non

accettare il sostegno di forze responsabili per garantire il governo del

paese>>), Luca Iudicone, Paola Ruggieri, Andrea Di Biase, prima

dell’intervento finale del sindaco De Santis, impegnato in un lungo

intervento protrattosi al momento di andare in macchina (h. 22,00) nel

quale il dott. De Santis ha ricalcato le colpe del fallimento di questa

esperienza amministrativa, attribuendole, senza mezze parole, alle forze

politiche da lui citate nella filippica finale.

Riceviamo e pubblichiamo articolo 

Di Orazio Ruggieri 

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