Rif. Comunista: La schiavitù dietro l’angolo, nel silenzio delle istituzioni

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Rifondazione ComunistaNota la località balneare, noto il camping, quello che ormai dovrebbe essere arcinoto, è che la riduzione in schiavitù perpetrata in provincia a danno dei lavoratori immigrati, non è solo un fenomeno isolato denunciato da qualche “allarmista”.
Se non si prende atto che dietro l’economia locale si celano forme di sfruttamento lavorativo, diventa difficile scoprire e portare alla luce tutto il sommerso e a questo punto, tutta l’ignobile illegalità che fa della schiavitù una spregevole fonte di guadagno.
Aver emanato nel 2012 una normativa che prevede la regolarizzazione è servito a poco.
Le lacune di un sistema che di fatto non garantisce adeguati controlli amministrativi, permettono ad imprenditori senza scrupoli di servirsi di manodopera senza corrispondere alcuna retribuzione.
La sconcertante vicenda del giovane indiano, emersa a Terracina qualche settimana fa e archiviata troppo presto come puro fatto di cronaca, non è solo indicativa di come non vi siano limiti alla crudeltà umana, ma ci pone il problema di analizzare nuove possibilità.
Viste le metodiche con cui di fatto vengono aggirate le sanatorie collettive, potremmo valutare l’opportunità di regolarizzazioni individuali laddove venga riscontrato il possesso di determinati requisiti comprovanti un certo tipo di integrazione raggiunto.
Ciò porterebbe ad evitare pratiche che falsano il mercato del lavoro creando disparità di trattamento tra lavoratori italiani e stranieri.
Il rischio che tutti dobbiamo cercare di evitare è che si combatta un inutile quanto ingiusta guerra tra poveri.
Come Rifondazione Comunista ci poniamo l’obbiettivo di focalizzare l’attenzione sulle industrie pontine agroalimentari, florovivaistiche e turistiche, presso le quali si concentra molto del lavoro in nero presente in provincia di Latina.
I numeri che emergono dalle statistiche ufficiali, non possono rispecchiare una realtà ben più complessa e articolata di quella descritta, dal momento che smuove uno dei più importanti giri d’affari del nostro territorio, nell’ovvio silenzio dei partiti che occupano da anni le istituzioni.

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