Rif. Comunista Formia: La manutenzione è l’incubo della nostra città

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Sabato 1 febbraio abbiamo contatto il numero verde della Cofely Italia spa segnalando la presenza di un palo dell’illuminazione pubblica pericoloso per l’incolumità delle persone, in quanto presentava alla sua base dei fili scoperti. A oltre due settimane dalla segnalazione il problema non è stato risolto. E’ questo solo uno dei tanti esempi che potremmo portare all’attenzione dell’opinione pubblica a dimostrazione del pessimo stato della manutenzione nella nostra città.

Nell’agosto del 2008 il comune di Formia affidò all’ATI, composta dalla Cofatech Servizi spa (poi Cofely Italia S.p.A), Consorzio Nazionale Servizi, Furlan Arcadio SRL e Palazzo Bitumi, in regime di global service per una durata di 9anni, i seguenti servizi: Conduzione, manutenzione ordinaria impianti di riscaldamento e condizionamento e assunzione della figura di terzo responsabile, servizio energia, adeguamento normativo delle centrali termiche; la manutenzione e gestione degli impianti antincendio; la manutenzione e gestione degli impianti elevatori; la manutenzione ordinaria strutture edili edifici scolastici; il servizio pulizia edifici comunali, il servizio di pubblica illuminazione e semaforica, il servizio di manutenzione del verde pubblico, il servizio di manutenzione strade e piazze.

Il prezzo iniziale dell’affidamento era di 14,4milioni di euro per 9 anni. A cui successivamente si sono aggiunti 68mila euro [DGC n.120 del 31 maggio 2012] perché alcuni edifici risultavano esclusi dal precedente affidamento.

Si aggiungono agli interventi ordinari, già pagati, gli interventi straordinari, come ad esempio quelli che hanno interessato la scuola “Rodari” di San Giulio oppure alcune piazze della nostra città. Tutti lavori che, a quanto ci risulta, sono stati dati con affidamenti diretti, cioè senza bando di gara o trattativa privata, insomma con diritto di prelazione da parte dell’ATI capeggiata dalla Cofely Italia.

Dovrebbe funzionare tutto come un gingillo e invece garantire l’efficienza dell’illuminazione pubblica nella nostra città pare essere la cosa più complicata di questo mondo, così come garantire ai cittadini strade decenti.

In particolare nelle periferie il problema si manifesta con una frequenza insolita, tanto che più volte ci sono stati segnalati guasti e malfunzionamenti, che fanno dei cittadini di periferia cittadini di serie “Z”.

Aggiungiamo inoltre che mentre la qualità dei servizi scade sempre di più, i costi per le tasche dei cittadini sono aumentati in maniera esponenziale.

Ultimo aumento è avvenuto con l’introduzione della TARES.

Infatti con la bolletta, oltre alla copertura totale dei costi della raccolta dei rifiuti, è previsto anche il pagamento dei servizi indivisibili, quali ad esempio polizia locale, ufficio tecnico, anagrafe, illuminazione pubblica, istruzione, verde pubblico e manutenzione strade. Il costo dei quali è di 30centesimi per metro quadro.

Al di là del singolo caso non possiamo che sottolineare, come quanto da noi denunciato, sia la dimostrazione del fallimento della privatizzazione dei servizi di manutenzione che una volta venivano effettuati direttamente dal comune di Formia con il personale in dotazione al proprio organico e che invece oggi vengono effettuati da privati, con le inefficienze descritte e probabilmente con un aggravio di spese per le casse comunali, visto che nonostante le nostre continue sollecitazioni nessuno ci ha saputo dimostrare il contrario.

Rimane poi forte il dubbio che nulla venga fatto dal lato dei controlli sul rispetto del capitolato d’appalto, valutando anche la possibilità di rescindere il contratto in caso di inadempienza da parte dell’ATI.

Controlli che sono carenti anche per quanto riguarda il termine dei lavori di rifacimento delle piazze. Si pensi al caso della villa comunale che doveva essere consegnata alla metà dello scorso gennaio e che invece è ancora chiusa. E lo so sarà ancora per molto da quello che possiamo capire.

La nostra città è un cantiere sempre aperto e probabilmente lo sarà ancora per molto. Rimane il dubbio del chi ci guadagna dal perpetrarsi di questa situazione paradossale. Di certo non i cittadini.

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