RUZANTIMANDO – ULTIMO ATTO: il 21 a Trivio e il 23 a Penitro

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Dopo il successo ottenuto con i nostri allestimenti, prima dei Dialoghi, successivamente della Moscheta, che ci hanno meritato l’appellativo di Eredi di Ruzante, abbiamo deciso di portare in scena anche i nostri studi preliminari, allestendo una vera e propria Lezione – Spettacolo che rappresenta la figura del Beolco all’interno del suo contesto storico. Si tratta di un excursus interdisciplinare che abbraccia i 50 anni circa che vanno dalla scoperta delle Americhe al 1542, anno della morte del nostro e dell’inizio del concilio di Trento. In questo intervallo di tempo c’è tutta la genesi del mondo contemporaneo, la nascita delle strutture sociali, economiche e culturali che resero il pianeta intero di fatto diverso, ricreando tutte le strutture portanti della società ed identificando una nuova conflittualità, e con una serie di agganci all’attualità che ci permettono di capire i legami con la nostra storia.

Del resto, la civiltà consumistica non ha toccato lo strato bestiale dell’uomo. Lo scorso anno alcuni fatti di cronaca nera hanno catalizzato l’attenzione pubblica, mentre è cresciuta la denuncia contro il problema della pedofilia. La miseria umana non è stata debellata, e se l’uomo non eleva il proprio sguardo oltre la sfera dell’immanente, la sua bestialità  è rimasta la stessa, arricchita forse dalla povertà dei valori televisivi.

Come sempre divertendoci e cercando di divertire, ci siamo permessi un autentico atto di immodestia, salendo sul “pulpito” ideale dell’attore – docente per rappresentare non soltanto la vita e l’opera del Beolco, ma l’intero suo percorso culturale, la genesi delle sue opere, così profondamente radicata nel contesto storico, da esserne efficacissima mimesi. Proprio da tale lettura, l’importanza di Ruzante emerge con straordinaria efficacia e ne fa l’efficiente paladino di una poetica tutta legata al corrompersi di un’atavica armonia a vantaggio di un “guazzabuglio” moderno di difficile assimilazione, soprattutto per quel “contado” che subiva le vicende storiche essendone vittima involontaria.

Al termine del nostro lavoro, ci sentiamo più ricchi, sappiamo che abbiamo lavorato bene e profondamente. Ci chiediamo sempre di più perché un autore così importante sia finito nel dimenticatoio della cultura ufficiale: è una delle più grandi colpe nazionali. E ci sentiamo un po’ quelli che hanno il compito di restituire la dignità dell’attualità ad Angelo Beolco detto Ruzante, che fu l’autore teatrale più rappresentato per due secoli (XVI e XVII).

La trama: con un’attenta disamina degli avvenimenti, si procede all’analisi delle fenomenologie storiche e culturali intervenute a seguito delle importanti innovazioni del tempo. Non soltanto la scoperta del nuovo mondo, ma l’invenzione della stampa, le innovazioni nell’arte della guerra a seguito dell’avvento della polvere da sparo e delle sue applicazioni, l’introduzione del sistema bancario eccetera, resero il mondo “diverso” con una tale rapidità che, spesso, il cambiamento stesso fu di difficile assimilazione. Il tutto, intervallato con le musiche popolari eseguite rigorosamente dal vivo da Sivano Boschin (che ne è l’autore), Ivan Franzini e Mara, si conclude con una esemplificazioni dei “Parlamenti” con Nino Fausti ed Alberto Ticconi, allegra, divertente, tutta da godere…

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