SIMEONE: «Fondi europei per dare ossigeno ai distretti della provincia di Latina»

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Ipino_simeonejpgl consigliere regionale del Pdl, Giuseppe Simeone, interviene in
merito alla situazione economica locale. La Regione deve essere
strumento per agevolare le imprese e garantire la ripresa. “Come
istituzioni abbiamo il dovere di unirci, oltre le bandiere, per dare
un futuro al territorio pontino”

«L’Europa non puo’ essere solo il peso del rigore ma anche lo scenario
delle opportunità. La Regione punta sui fondi comunitari per attivare
politiche anti cicliche per la ripresa. Crisi della Findus, problemi
alla Selex, ora anche Plasmon sono i nervi scoperti di una fase
difficile per l’economia pontina. E dietro di loro c’è un tessuto di
fornitori, sub fornitori e piccole imprese, che è andato in tilt. La
disoccupazione aumenta e non ci sono cenni di ripresa. In questo
contesto dobbiamo fare un “patto per Latina” che veda protagonisti gli
attori della politica, a tutti i livelli, e le parti sociali per
creare le condizioni per avere ed usare questi fondi. Dobbiamo
trasformare la crisi in occasione per rilanciare la competitività del
sistema Latina, competitività che deve essere argine alla
desertificazione industriale che rischiamo. La tutela del
manifatturiero, gli investimenti nell’innovazione di sistema e di
prodotto, la capacità di attivare nuovi modelli di formazione che ci
consentano di mettere nel circuito virtuoso le intelligenze dei nostri
giovani, sono le sfide. Dobbiamo trasformare la crisi da ostacolo ad
incentivo. Quello che dobbiamo affrontare è il nodo della
competitività, del rapporto banche – territorio, della necessità di
creare strumenti di intervento rapidi ed efficaci a disposizione delle
aziende. Una strada per emergere da questo baratro è rappresentata dai
fondi europei. Facendo leva, con progetti credibili, su questi
possiamo dare nuovo respiro ai distretti dal nautico
all’agroalimentare, dal manifatturiero alle costruzioni. E la sfida
vera è riuscire ad intercettare questi programmi, all’interno e
all’esterno del Paese Italia, superando la frammentazione che anche
come provincia ci ha sempre contraddistinto. Non dobbiamo più
rincorrere le emergenze ma costruire un sistema forte e radicato che
parta dalla valorizzazione delle identità e si apra ai mercati
nazionali ed internazionali. L’Europa matrigna potrebbe tornare ad
essere madre e su questo non dobbiamo dividerci, un patto di
territorio, di comunità, di dignità per una realtà che negli anni del
boom economico propria di un patto simile ha preso, ed in prima
classe, il treno della crescita. Il nuovo treno si chiama Europa, da
chi gestisce le rotaie, a chi fa i biglietti, a chi guida la stazione
dobbiamo avere il contributo per far fermare il treno qui e per
iniziare il nuovo viaggio. Noi siamo pronti senza chiedere nulla in
cambio. Partiamo dalle realtà che esistono sul territorio,
incentiviamo le nuove imprese, sosteniamo i distretti che sono la
spina dorsale dell’economia pontina».

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