SIMEONE (PdL): «Crisi Plasmon, mobilitiamoci per salvare le nostre imprese»

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«Il caso Plasmon, azienda storica della provincia di Latina, apre una nuova ferita nel cuore produttivo della provincia di Latina. L’azienda, che produce generi alimentari per l’infanzia, ha presentato ai sindacati un pesante piano di ristrutturazione che prevede una riduzione di organico per i tre stabilimenti italiani. Annunciati 56 esuberi solo per Latina su un totale di 398 persone impiegate nell’impianto che si trova sulla Pontina. Condivido a pieno le preoccupazioni sollevate dai sindacati e sono vicino ai lavoratori per quanto sta accadendo soprattutto perché, a quanto risulta, la Berkshire Hathaway e 3G Capita, subentrate alla Heinz nella proprietà, non hanno preso in considerazione la possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali o alla cassa integrazione.  La Plasmon è solo l’ultima delle aziende che si piegano sotto il peso della crisi e che stanno lasciando un vuoto in colmabile sul nostro territorio. E’ evidente che, anche come istituzioni, non possiamo più pensare di rincorrere la crisi che sta assumendo dimensioni devastanti a causa del tasso di disoccupazione e del disagio sociale che ne deriva. Non possiamo più permetterci, come ho detto solo alcuni giorni fa, di perdere tempo o di pensare che prima o poi questa bufera passerà. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere, anche morale, di intervenire e di farlo mostrandoci compatti, oltre le ideologie e le bandiere, con un piano di rilancio che passi per una seria politica economica. La stessa che è sempre mancata alla provincia di Latina e che deve costruirsi facendo leva sui fondi europei con progetti credibili che possano dare nuovo slancio ai distretti dal nautico all’agroalimentare, dal manifatturiero alle costruzioni. Competitività economica, accesso al credito, sostegno alle nuove imprese e ricerca sono i pilastri di un nuovo modo di fare economia sul nostro territorio. Se ci uniremo, istituzioni, rappresentati politici a tutti i livelli, parti sociali la nostra provincia potrà tornare ad essere un motore di sviluppo e non solo un gigante spossato».

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