Un’Altra Città: Il bilancio e la Tares a Formia, occasioni perdute

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Il Bilancio doveva essere il primo atto importante approvato da questa maggioranza che doveva essere partecipato, aperto all’apporto dei cittadini e delle varie categorie produttive, così come tanto dichiarato durante la campagna elettorale dagli esponenti dell’attuale maggioranza.

Ed invece il parere addirittura della commissione consiliare di riferimento è avvenuto in zona “Cesarini”, nessun dibattito partecipativo serio ed efficace è stato aperto con la cittadinanza e solo a pochi giorni del consiglio comunale già convocato in merito, sono state sentite le Associazioni dei commercianti da parte dell’Assessore alla sostenibilità Marciano.

Durante tale incontro, ci preme sottolineare altresì che le associazioni avanzavano una proposta in tema di Tares che, ben lontana dall’essere una semplice lamentela, si proponeva di calmierare l’aumento vertiginoso a scapito di alcune attività commerciali, sulla base di una sorta accordo di solidarietà fra le varie categorie produttive, il tutto senza entrare nel merito della parte tariffaria residenziale che si è voluta giustamente salvaguardare.

Nel Bilancio approvato nulla di tutto ciò è stato recepito e per di più c’è stata una risposta dell’Assessore alla sostenibilità urbana un po’ come dire, fuori le righe e tracotante, dove riferendosi alle Associazioni di categoria Ascom e Centro Commerciale naturale “Le due Torri” che si lamentavano del mancato recepimento della loro proposta e del colloquio pro forma avuto con l’Amministrazione, le accusa dicendo che per cinque anni non hanno avuto nulla da ridire sugli atti della precedente amministrazione Forte.

Vogliamo ricordare all’assessore Marciano che non si dovrebbe mettere in sterile e demagogica contrapposizione le varie categorie di questa città da una parte i cittadini e dall’altra i commercianti, ma ci si dovrebbe attenere ai dati oggettivi e fare le scelte conseguenti sulla base di una banca dati certa che una corretta amministrazione dovrebbe conoscere, cosa che la costituzione dell’ufficio della Ricchezza Territoriale che proponemmo in campagna elettorale avrebbe garantito, allontanando la demagogia delle parole a favore delle scelte ponderate e giustificate dalla concretezza dei dati oggettivi.

Ricordiamo altresì all’Assessore che questo sarà un ennesimo fine anno ancora di crisi, per la maggior parte dei cittadini, ma soprattutto per le attività produttive a conduzione familiare ed anche storiche della nostra città che sono costrette a vivere in una sorta di apnea in attesa di tempi migliori.

E’ innegabile che l’inasprimento conseguente all’applicazione della Tares senza aver ascoltato e recepito quelle che sembravano proposte di buon senso da parte delle categorie oggetto della tassa, può assestare un ulteriore vulnus alle economie labili di alcune attività commerciali a conduzione familiare che si trovano ad affrontare una delle più terribili  crisi dei consumi degli ultimi decenni e come non pensare che tale situazione non farebbe che avvantaggiare chi ha facile liquidità, di dubbia provenienza, nel tentativo di acquisire attività che vivono sul filo di lana del dare e dell’avere fra i pagamenti da effettuare ogni mese?

Infine leggendo il Bilancio ci si accorge che a fronte del paventato taglio di 900.000 euro di spese correnti ci si accorge che le spese per amministrazione, gestione e controllo sono passate da 9.259.984,34 del 2011 a 11.340.574,83 nel bilancio di previsione appena approvato e quelle dei Servizi Sociali sono passate dai 6.318.037,03 del 2011 e 6.898.627,40 del 2012 ai 5.614.100,00 del 2013 con un taglio di 1.284.527,40. Ecco anche questo gradiremmo fosse spiegato con dati oggettivi e non con la demagogia delle parole .

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