CAMPODIMELE PORTA LA SUA LONGEVITÀ ALLA FAO: IL SINDACOGROSSI E LO CHEF CAPIRCHIO AMBASCIATORI DI TRADIZIONE EBENESSERE

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Campodimele, il piccolo borgo incastonato tra i Monti Aurunci e conosciuto in tutto il mondo
come il paese della longevità, è stato protagonista di una straordinaria giornata alla prima
Fiera Globale della FAO “From Seeds to Foods”, l’evento internazionale organizzato a Roma per
celebrare gli ottant’anni della Food and Agriculture Organization.

In questo contesto di eccellenze provenienti da ogni parte del mondo, il sindaco di
Campodimele, Tommaso Grossi, e lo chef Francesco Capirchio del ristorante Lo Stuzzichino
hanno rappresentato con orgoglio il Lazio meridionale, portando al centro della scena un
racconto fatto di gusto, cultura e identità.

Il progetto, intitolato “Between Tradition and Longevity”, è stato parte integrante del Cerealia
Festival – 15ª edizione 2025, e ha proposto uno show-laboratorio di cucina del gusto volto a
valorizzare il patrimonio gastronomico e agricolo dei Monti Lepini, Ausoni e Aurunci. Con la
preparazione della “Laina con le cicerchie”, piatto simbolo della cucina di Campodimele, si è
voluto celebrare un alimento semplice ma straordinario: la cicerchia, legume antico e
nutriente, da sempre considerato uno dei segreti della proverbiale longevità degli abitanti del
borgo.

Durante l’incontro, il sindaco Tommaso Grossi ha portato un contributo prezioso, sottolineando
l’importanza della valorizzazione non solo di Campodimele, ma anche dei territori limitrofi,
ricchi di prodotti di eccellenza e tradizioni uniche. Nel suo intervento, ha ricordato come il
benessere e la longevità che contraddistinguono la nostra comunità nascano da un contesto
territoriale più ampio, fatto di colline, oliveti, colture antiche e saperi tramandati nel tempo. “Il
nostro compito – ha spiegato Grossi – è promuovere un territorio che vive di qualità, di
prodotti autentici e di persone che ogni giorno custodiscono un patrimonio prezioso. Non esiste
sviluppo senza cooperazione: solo insieme, come comunità del basso Lazio, possiamo
continuare a far conoscere al mondo la nostra cultura alimentare e la nostra identità.”

Lo chef Francesco Capirchio, tra i protagonisti della manifestazione, ha espresso la sua
emozione nel poter rappresentare il borgo che ama e racconta ogni giorno attraverso la cucina.
“La cicerchia è il nostro simbolo di resistenza e autenticità – ha spiegato –. È un ingrediente
umile che racchiude la storia della nostra terra e dei nostri contadini. Portare questo piatto alla
FAO significa mostrare che la vera innovazione parte dalle radici, da ciò che siamo”.

Determinante per la realizzazione dell’iniziativa è stato il lavoro della giornalista Tiziana
Briguglio, figura di spicco nel panorama della comunicazione enogastronomica italiana,
promotrice e organizzatrice dell’evento, che ha fortemente voluto la presenza dello chef
Capirchio e del Comune di Campodimele alla FAO. La Briguglio, da sempre impegnata nella
valorizzazione del patrimonio agroalimentare del Lazio e della Dieta Mediterranea, ha saputo
costruire un ponte ideale tra territorio e istituzioni internazionali, trasformando un incontro di
cucina in un momento di autentica cultura.

Accanto a lei hanno collaborato il professore Giuseppe Nocca, docente dell’Istituto Alberghiero
e profondo conoscitore delle tradizioni culinarie locali, e Tiziana Zottola, ricercatrice e
divulgatrice, che hanno curato la consulenza scientifica e guidato la degustazione, offrendo al
pubblico una lettura approfondita dei valori nutrizionali e storici della cucina campomelana.

Fondamentale anche il contributo dello chef Luigi Lombardi, presidente dell’Associazione
Provinciale Cuochi di Latina, che ha coordinato la parte tecnico-organizzativa dello
showcooking, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni, professionisti e
comunità locali per valorizzare le eccellenze gastronomiche del territorio.
La “Laina con le cicerchie” ha conquistato i presenti non solo per il suo sapore genuino, ma per
il significato che racchiude, un piatto che parla di sostenibilità, salute e identità. La cicerchia,
legume resistente e ricco di proteine e antiossidanti, è il simbolo perfetto di un modello
alimentare sano e consapevole, capace di guardare al futuro senza dimenticare le proprie
radici.
L’evento, svoltosi sabato 11 ottobre alle ore 13.30 nello spazio Seeds2Foods della FAO, ha
visto la partecipazione di un pubblico numeroso e interessato, composto da esperti, chef
internazionali e rappresentanti istituzionali. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità
Alimentare e Foreste, della Regione Lazio, del Comune di Roma e di diversi enti dedicati alla
promozione del patrimonio agroalimentare.
Tra i profumi della cucina e le storie del territorio, Campodimele ha saputo raccontarsi come un
esempio di come la tradizione possa diventare futuro. Il sindaco Tommaso Grossi, con la sua
visione attenta allo sviluppo sostenibile e alla valorizzazione del borgo, e lo chef Francesco
Capirchio, con la sua maestria e sensibilità gastronomica, hanno rappresentato un binomio
perfetto: istituzioni e cucina unite nel segno della cultura e della longevità.
Roma, per un giorno, ha assaporato il segreto di un piccolo paese che ha tanto da insegnare al
mondo. E in quel piatto di “Laina con le cicerchie”, tra la passione di chi amministra, la

lungimiranza di chi organizza e la creatività di chi cucina, si è racchiuso il messaggio più
autentico di Campodimele, la longevità nasce dalla terra, dal cuore e da un modo di vivere che
sa ancora rispettare il tempo.

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