COMUNICATO CONGIUNTO TRANO – MARCELLI SULLA SANITA’ PONTINA.

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VISITA ALL’OSPEDALE SANTA MARIA E CONFRONTO CON IL MANAGER ASL CASATI

Alcune eccellenze e molti nodi critici da risolvere, ma anche qualche importante novità. Venerdì, accompagnati dal direttore sanitario Sergio Parrocchia, abbiamo dedicato un’intera mattinata alla visita dell’ospedale Latina S.M. Goretti (Dea di II livello), mentre nel pomeriggio abbiamo tracciato un bilancio insieme al direttore generale Giorgio Casati, approfondendo anche alcune tematiche del nosocomio di Formia Dono Svizzero (Dea di I Livello). 

La battaglia del M5s nella commissione sanitaria regionale ha avuto riscontro nella riapertura del reparto SPDC (Servizio Pediatrico di Diagnosi e Cura) che attualmente, come constatato, lavora con 6 posti letto. Nel corso del pomeriggio, contattando direttamente il responsabile del settore gare, abbiamo appreso che l’appalto per gli ulteriori 8 letti è stato aggiudicato ed entro 30 giorni la ditta vincitrice consegnerà il materiale. Il direttore ha assicurato che non ci saranno ulteriori ostacoli per ampliare fino a 14 unità complessive il reparto. 

Decine le segnalazioni che ci erano arrivate dai nostri attivisti e che si sono puntualmente materializzate sotto gli occhi. Tra le corsie sono emersi tutti i limiti di un modello diretto ad aggredire le malattie croniche in modo da alleggerire il carico di lavoro ospedaliero, ma che in realtà è in pieno affanno sull’emergenza. 

Rispetto ai “picchi”, con code di oltre 100 persone al Pronto Soccorso, di cui si era chiesto conto attraverso una specifica interrogazione parlamentare presentata a gennaio congiuntamente alla collega Ilaria Fontana e corredata da articoli della stampa locale, si segnala come anche in periodo estivo le criticità permangano. Dunque, nonostante l’affermazione del dott. Casati secondo la quale il personale in dotazione al pronto soccorso è proporzionato alle esigenze dell’utenza, molti fattori non quadrano. In realtà non sono solo i tempi di attesa a preoccuparci, ma la ‘vivibilità’ del reparto. 

Al momento della visita, attorno a mezzogiorno, erano in sala d’aspetto una trentina di pazienti. Un’altra dozzina erano stipati, già in fase di trattamento in una saletta interna, a cui vanno ad aggiungersi quelli presenti negli ambulatori. Gli spazi sono apparsi subito compressi e non adeguati alla dignità delle persone che li occupavano. Dunque è più che lecito affermare che il servizio offerto non risponda alle esigenze dei pazienti. 

La loro sofferenza, in cui era impossibile non immedesimarsi, ci ha spinto a chiedere ulteriori spiegazioni. È emerso che, per risolvere il disagio, il manager Asl ha messo in campo un piano di investimenti che prevede una nuova ala dedicata al pronto soccorso per 350 mq. I tempi di realizzazione attesi sono di 6 – 8 mesi. Tra le novità ci sarà anche un percorso di cure riservato ai bambini. Speriamo dunque in un cambio di marcia. Seguiremo da vicino tutti questi lavori allo scopo di impedire che i tempi si dilatino troppo. 

Per parte sua Casati ha insistito molto sull’efficienza delle specialità di Cardiologia ed Utic, definendo l’emodinamica come tra le migliori in Italia. Un dato sicuramente confortante che si scontra però con la l’apertura di solo 6 ore della medesima disciplina presso il nosocomio formiano, mettendo a rischio l’efficacia di un servizio salvavita per le patologie infartuali. A fronte delle nostre rimostranze l’unica risposta che si è ottenuta è l’addebito alla mancanza di personale.

Sono stati mostrati poi i reparti di oncologia e radioterapia. Quest’ultimo è stato da poco attrezzato con un nuovo acceleratore, donato dai privati. In progetto invece c’è una ‘sala ibrida’ dove in team composto dai medici dei reparti di neurochirurgia interventistica, chirurgia vascolare e cardiologia interventistica abbrevierà i tempi degli interventi. Ma per farlo funzionare occorrerà raddoppiare le sale operatorie attive. 

Ad un anno dalla visita presso l’ospedale Dono Svizzero ed a 6 e mezzo dal suo acquisto, il nostro continuo pungolo a favore dell’istallazione della risonanza magnetica compie un altro passo in avanti. Le autorizzazioni di cui avevamo chiesto conto sempre tramite interrogazione parlamentare, stando a quanto sostiene la Asl, sembrerebbero ora finalmente completate. Anche in questo caso abbiamo però appreso in diretta telefonica dal responsabile del settore acquisti che per l’apertura del servizio occorra riproporre la gara per l’acquisto degli arredi, andata purtroppo deserta. Paradossalmente, mentre si sta compiendo l’ultimo miglio, il direttore ha reso note nuove difficoltà per la partenza del servizio. Il personale verrebbe spostato da Latina e comunque non più di mezza giornata, una volta a settimana. In alternativa il direttore sta valutando se far funzionare il macchinario avvalendosi di una ditta privata. 

Allo stesso tempo è emerso che durante la settimana lo stesso servizio è attivo presso il S. M. Goretti di Latina, incredibilmente, per solo mezza giornata.

Tutto questo a nostro avviso rappresenta un indice conclamato, volontario o meno che dir si voglia, della decisione del servizio pubblico di abdicare al suo ruolo in favore del privato. Rileviamo dunque che la sanità pubblica, con particolare riferimento al settore della diagnostica, non può essere relegata ad un ruolo ‘residuale’, tanto più che il modello in atto si è tradotto di fatto in ‘viaggi della speranza’ presso strutture e laboratori ricadenti in altre asl del Lazio e fuori Regione. 

Il direttore Casati ha imputato la mancata estensione di molti servizi alla carenza di personale. A suo dire ci sarebbe una notevole difficoltà ad assumere medici, dovuta alla vicinanza di sedi pubbliche più prestigiose ma anche a livelli di retribuzione nettamente inferiori rispetto ad alcune sedi private. In particolare il personale “specializzato” non viene gratificato in maniera adeguata rispetto al percorso di studi decennale ed al relativo impegno.

Del resto per anni in Asl Latina la politica è stata quella di avallare la scelta del precariato, da cui si sta lentamente uscendo. Entro fine ottobre è prevista la stabilizzazione di circa 60 dipendenti. Vigileremo anche su questo aspetto e ci riserviamo di indagare sulle reali motivazioni che spingono i medici a non preferire un impiego in asl Latina. 

Abbiamo chiesto la pianta organica, al momento non era disponibile, ma torneremo a richiederla tramite i canali ufficiali nei prossimi giorni. Ci interessa in particolare conoscere il numero di unità mediche ed infermieristiche standard previste dai parametri regionali per avere un servizio normale ed adeguato e metterle a confronto con quelle effettive, sia per l’ospedale di Latina che per quello di Formia. 

Speriamo che la visita compiuta rappresenti anche una linea di demarcazione, al di sotto della quale non si vada. Continueremo a raccogliere le istanze dei cittadini ed a difenderle in tutte le sedi che ci competono. Siamo convinti che l’odissea sanitaria vissuta in questi anni dai cittadini della provincia di Latina sulla loro pelle avrà un termine e noi, responsabilmente, abbiamo offerto al direttore Casati la nostra collaborazione per sopperire al disinteresse, soprattutto politico, che ha generato questa situazione. 

Raffaele Trano, deputato M5s, Commissione VI Finanze

Loreto Marcelli, consigliere regionale M5s, Vice Presidente Commissione Sanità

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