Francesco Del Pozzone, attento storico di storia religiosa, ci offre una bellissima memoria della devozione mariana a Gaeta, partendo dalla sacra rappresentazione della Passione Vivente.
Del Pozzone, anche con toni poetici, ci fa testimonianza di eventi sovente persi nella memoria collettiva.
Scrive: “Quando la prima Luna primaverile, Diva Selene dai pallidi lumi, è al culmine della sua pienezza e il vermiglio anemone, sacro al misterioso nume Adone risorgente, tinge di porpora i nostri prati, è segno che siamo presso la Pasqua che, per Gaeta, significa rinnovare l’ormai classico appuntamento con la “Sacra Rappresentazione della Passione e Morte di Gesù Cristo di Nazaret”.
In veste radicalmente aggiornata negli “interpreti” e nella sceneggiatura, la manifestazione si tiene Domenica delle Palme 13 Aprile 2014, presso il Rione Calegna, Piazzale Daga (area “Tribunale Curata”), con inizio alle ore 20,00.
Curata dall’Associazione Antares di Gaeta, presieduta dal Prof. Nicola Di Tucci, con la collaborazione dell’Associazione “Sogni e Spade Gaeta”, la manifestazione si vuole confermare nel solco di quelle forme di religiosità popolare in cui la comunità esprime, con gesti e parole, il suo bisogno di spiritualità.
L’evento, in questa tornata, si innesta con degli “anniversari” legati alla Passione di Gesù e, in modo particolare alla “Compassione di Maria”, sua Madre Desolata sotto la Croce. Ricorrono, infatti e rispettivamente, il Terzo Centenario della Memoria liturgica dei Dolori di Maria (Venerdì di Passione avanti la Domenica delle Palme) e il Bicentenario dell’istituzione della Festa della “Beata Vergine Addolorata”.
In particolare, il 18 agosto 1714 la Sacra Congregazione approvò una celebrazione dei Sette Dolori di Maria, il Venerdì precedente la Domenica delle Palme e Pio VII, il 18 settembre 1814, estese la festa liturgica della terza domenica di settembre a tutta la Chiesa, con inserimento nel calendario liturgico romano.
Papa Pio X, la fissò poi al 15 settembre, appena dopo la celebrazione dell’Esaltazione della Santa Croce, dedicandola alla “Beata Vergine Maria Addolorata”.
Queste ricorrenze “mariane” erano sicuramente già note alla nostra città perché la devozione ai dolori di Maria è di origine bizantina con il titolo di “theopatofora” (theos: Dio, pathos: dolore, foreo: portare, quindi “Maria Madre di Dio porta il dolore per la Passione del Figlio”) e, appunto, Gaeta è stata strategica enclave politica bizantina.
A ciò si assommino la venerazione per il celebre nostro Santuario della Trinità – Montagna Spaccata e anche il decreto Redempti Sumus, del 10 Agosto 1849, emesso a Gaeta, col quale Papa Pio IX estende a tutta la Chiesa la Festa del Preziosissimo Sangue di Cristo.
Tali fattori hanno alimentato un singolare trasporto affettivo per Maria come Madre Dolente, quasi che in Lei e con Lei le prove che, nel corso dei secoli, il buon popolo gaetano ha dovuto attraversare, fossero più sostenibili, pure nello squallore più largo.
Traduzione tangibile di ciò è la dedica all’Addolorata di Cappelle ed edicole votive sparse nel territorio gaetano.
Fulcro primario di tale devozione mariana è, ovviamente, la nobile Chiesa dell’Addolorata (Via Annunziata), con la meravigliosa statua di Maria Desolata tanto amata da Re Ferdinando II di Borbone, ma, come detto, vi sono altri luoghi dedicati ai Dolori di Maria.
Sempre nel Quartiere Sant’Erasmo, dagli appunti forniti dal Priore Renato Satriano, notiamo infatti che in Cattedrale esisteva la “Pia Associazione Maria SS.ma Addolorata”, voluta dal Vescovo Luigi Maria Parisio (1827-1854), il quale dotò la nostra Basilica della magnifica statua dell’Addolorata.
L’Associazione è stata attiva fino al 1989, con parroco don Gaetano Manzo, e curava la festa liturgica della Titolare (Venerdì di Passione e il 15 Settembre), con Settenario di preghiera tenuto da dotti Sacerdoti che dettavano le meditazioni.
L’altare dell’Addolorata veniva adornato con fiori e con una elegante tovaglia con ricamati i simboli della Passione, realizzata dalle Sorelle Satriano, le stesse che hanno cucito il famoso arazzo in onore di Pio IX.
Quando dalla stessa Cattedrale usciva la Processione del Cristo morto, si usava la
splendida e venerata Addolorata della Chiesa dell’Ulivo, perché agile e funzionale.
Riguardo il Quartiere Porto Salvo, è nella Parrocchia di San Giacomo che la devozione per t Dolori di Maria trova la sua piena maturazione quando il pescatore Erasmo Antonio Viola, di ritorno da Castellone dopo i fatti legati all’assedio di Gaeta del 1860 – 1861, dona alla comunità un simulacro a mezzo busto raffigurante Maria Desolata, poi rimodulato a figura intera per diventarne la stupenda ed espressiva immagine che ammiriamo.
Come osserva il fraterno amico professore Salvatore Ciccariello, dalla sua primitiva veste, ormai consunta, il ricco ricamo fu riportato su tessuto serico donato dalla consorte del Podestà di Gaeta Mazzoccolo. La rinnovata veste, confezionata nel 1937, è opera delle Sig.re Angela La Scola, Angela Nardone, Santina Di Cecca e Giuseppina Buttaro.
Una volta, la veste feriale era dotata della tipica “Pazienza” che fu rifatta tra l’Ottobre ed il Dicembre 1977 a cura della Ditta Campobasso di Napoli. Nella detta Parrocchia, il culto verso i Dolori di Maria diventa radicato e l’Arcivescovo Mons. Filippo Cammarota, il 27 Luglio 1869 approva la “Congregazione dell’Addolorata”, riconfermata dall’Arcivescovo Dionigi Casaroli il 2 Settembre 1959.
Si aggiunga che Mons. Paolo Capobianco, durante i restauri della chiesa di San Giacomo,
secondando la larga devozione verso l’Addolorata, fa incidere sulla rifusa campana dell’Angelus i
versi, tratti dallo Stabat Mater, “Fac tecum piae flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero”;
questa campana è benedetta da Mons. Casaroli il 2 dicembre 1952.
Molto interessante è anche una Cappella, poco nota agli stessi gaetani, dedicata all’Addolorata: ubicata sul lato destro della Salita del Colle, presenta la facciata con una lunetta sotto la quale vi è l’immagine della Desolata.
Le epigrafi presenti sulle pareti di questo pio luogo sono del seguente tenore: “Cappella in
onore della Gran Madre di Dio Maria Addolorata Per divozione di Don Paolo Buongiovanni di Gaeta benedetta A 21 Ottobre del 1841”.
L’altra lapide riporta che è stata “restaurata il 1941”: ora appartiene alla famiglia Di Fonzo.
Infine, nel Rione Piaia vi è una statua dell’Addolorata, il cui nuovo vestito è di notevole pregevolezza.
Con questo prezioso retaggio di patrimonio storico e spirituale che onora Gaeta, uniti simbolicamente a Maria, tutti partecipiamo alla Sacra Rappresentazione della Passione che è occasione concreta e possibilità di meditare seriamente sull’amore unico di Gesù di Nazaret, il Cristo, che si fa dono ad ogni persona che lo cerca nell’Eucaristia e nell’offrirsi, al Padre, sulla Croce”.

Sono uno dei titolari dell’emittente e sono anche conduttore di vari programmi.
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