FORMIA – Caso Valerio e Prusst Le Fosse, Bartolomeo: “Le carte parlano chiaro”

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Formia“Quando i castelli di sabbia iniziano a venir giù, chi li ha costruiti si trova di fronte ad una scelta: ammettere le proprie finzioni e quindi assumersene le responsabilità; o alzare il tiro, spargendo un altro po’ di polvere e fango nella speranza che i meno attenti o quelli in malafede continuino a reggergli il gioco. Per fortuna ci sono le carte che parlano e dicono cose molto chiare”.

Il Sindaco Sandro Bartolomeo torna sul cosiddetto “caso Valerio”, dopo le anticipazioni comparse sul web in merito all’archiviazione dell’inchiesta aperta sul suo conto dalla Procura di Cassino a seguito della denuncia presentata dal consigliere comunale estromesso dalla maggioranza. Anticipazioni corredate di dichiarazioni con le quali lo stesso Valerio torna ad accusare il Sindaco chiamando in causa la vicenda del Prusst “Le Fosse”.

I fatti

Il Pubblico Ministero Barbara Affinita ha chiesto al gip del Tribunale di Cassino di archiviare l’indagine aperta a carico del sindaco Bartolomeo con l’ipotesi di reato di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio (art. 326 codice penale). Secondo il denunciante, nel chiedere le sue dimissioni, il primo cittadino avrebbe riferito al consigliere di un’indagine in corso a suo carico, rivelando dunque fatti coperti dal segreto istruttorio. Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino ritiene però che “non vi siano sufficienti elementi per sostenere l’accusa in giudizio”. E questo per motivazioni particolarmente significative: “L’escussione dei testi presenti ai fatti, ha dimostrato che il comportamento del Sindaco Bartolomeo sia stato caratterizzato dalla massima correttezza; egli ha dovuto prendere una decisione politica, essendo emerse delle circostanze relative al consigliere Valerio che potevano gettare discredito sulla maggioranza”. La richiesta di archiviazione è datata 14 gennaio 2014, protocollata all’ufficio Gip il 4 febbraio. Valerio si è opposto. L’udienza dal gip non è stata ancora fissata.

Il caso “Le Fosse”

Nell’articolo di stampa, Valerio ricorda la recente Festa del Pd e in particolare il dibattito tenutosi alla presenza di Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. In quell’occasione si parlò di criminalità organizzata e delle mire speculative che nel recente passato si sarebbero concentrate sull’Acerbara. Valerio sostiene che, in quell’occasione, il Sindaco avrebbe dovuto menzionare anche il Prusst Le Fosse, definendolo uno “scempio”.

“Ancora una volta – sostiene Bartolomeo -, le carte parlano chiaro”.

L’inchiesta della DDA di Roma, nata da segnalazioni del Commissariato di Polizia di Formia, riguardava i due imprenditori promotori del progetto di riqualificazione della cava posta alle spalle della ex D’Agostino ed un consigliere comunale, ritenuto vicino ad una nota famiglia di camorra operante sul territorio. Ma la Dia non provò lo stabile asservimento degli indagati all’associazione di tipo mafioso e così il 18 gennaio del 2008 il gip di Roma archiviò il caso, trasmettendo gli atti alla Procura di Latina perché vagliasse le intercettazioni prodotte verificando l’esistenza di eventuali forme di corruttela da parte degli imprenditori indagati. Non fu indicato il nominativo di alcuno dei potenziali “corrotti” da iscrivere nel registro degli indagati.

La palla passò quindi alla magistratura ordinaria competente per territorio. E il risultato fu lo stesso. Dopo oltre un anno di lavoro, infatti, il 2 agosto del 2011 il Sostituto Procuratore della Repubblica Raffaella Falcione chiese e ottenne l’archiviazione dell’inchiesta, disposta con decreto del Gip di Latina Laura Matilde Campoli il 30 agosto 2011.

Ancora una volta, sono significative le motivazioni: “Quanto al profilo della eventuale violazione di norme in materia edilizia, urbanistica ed ambientale, i CTU nominati da questo pm, all’esito degli accertamenti tecnici condotti, concludono che le fasi procedurali seguite dalle amministrazioni interessate sono state ‘… rispettose dei dettami imposti dalla legislazione di riferimento in materia di accordi di programma in variante urbanistica ed in particolare delle disposizioni di cui all’ex art. 34 del decreto legislativo 18.09.2000 n. 267” Quanto al profilo geologico, non sono state accertate cause di pericolosità dell’intervento, né riconducibili alla morfologia del terreno né alla presenza della sorgente Mazzoccolo che risulta, di fatto, protetta dal cospicuo spessore della formazione marnosa-argillosa ivi presente”. Non solo: “I CTU evidenziano, altresì, che l’intervento in questione (programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio PRUSST) riveste indubbio interesse pubblico, soprattutto in relazione alle aree da cedere al Comune di Formia e alle aree da destinare a verde e/o da bonificare/ripristinare (circa 3 ettari)”.

“Alla luce di quanto illustrato – sostiene Bartolomeo – spero si possa scrivere la parola fine sulla vicenda di un Prusst che la magistratura, non io, ha giudicato formalmente legittimo e pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale”.

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