La gestione della depurazione e del servizio idrico nelle aree industriali della Ciociaria è all’attenzione della cronaca giudiziaria per i procedimenti penali già in corso, con gli arresti, le denunce e le accuse di inquinamento ambientale. Tuttavia c’è un altro aspetto, poco conosciuto, che è costato e sta costando tanto denaro in più ai cittadini utenti clienti . Il Comitato Civico Free Monte da sempre contro la cattiva gestione del servizio idrico integrato per onestà intellettuale spiega che non c’è stato il passaggio delle reti e degli impianti idrici e di depurazione delle aree industriali Ciociare al gestore unico del servizio idrico integrato (SII) che è esplicitamente previsto dalla normativa nazionale e dagli accordi di affidamento del servizio ad Acea Ato 5. Il mancato passaggio degli impianti idrici industriali ha fatto sì che le bollette dei cittadini lievitassero notevolmente con ricadute pesantissime sugli utenti . Le utenze industriali, infatti, rappresentano un enorme volume di acqua erogata ogni anno, volumi che se portati nel bilancio di Acea avrebbero comportato un forte abbattimento del costo di ogni metro cubo d’acqua. La tariffa rappresenta infatti il risultato di quel rapporto stimato tra costi da sostenere e metri cubi da erogare. Più acqua si distribuisce meno costa ai singoli utenti.
Se, come stabilito, Acea avesse avuto da subito la gestione anche delle industrie, la tariffa sarebbe quindi risultata molto meno onerosa per le famiglie . Invece le industrie grandi “consumatrici ” d’acqua sono rimaste nel portafoglio dei consorzi. . La legge Galli prima e il Testo unico ambientale poi prevedono che tali reti confluiscano nella gestione unica. La convenzione di affidamento ad Acea e il relativo disciplinare tecnico stabiliscono che questo passaggio dovesse avvenire entro alcuni mesi dall’appalto del servizio (2003). Ma ad oggi nulla di tutto ciò è mai avvenuto. Infatti, cosa assurda, la Convenzione sottoscritta da Comuni e Acea prevede un obbligo a carico dei consorzi ( previsto dalla legge ) ma i consorzi non sono mai stati chiamati a sottoscrivere quel documento, quindi non hanno mai assunto alcun onere. Tutto il marasma che è in corso deriverebbe dalla normativa nazionale che è rimasta “ nel limbo ”, poiché le modalità con cui i consorzi dovrebbero far spazio al gestore unico è subordinata all’emissione di un apposito decreto ministeriale, che però, dopo 15 anni, non è stato mai approvato.
Questa deregulation ha dato spazio ai consorzi che si sono tirati indietro e si sono creati l’AeA una sorta di “Acea” casereccia per gestire direttamente quei servizi con ricchi bilanci e soprattutto con ricchissimi emolumenti per gli stessi vertici dei consorzi che hanno avuto la fortuna di sedere nel Cda di quell’azienda . Benché il mancato passaggio sia dipeso da una normativa tutta all’italiana, dal contraddittorio comportamento dei comuni e dal rifiuto dei consorzi a riconoscere alcun obbligo, i sindaci che da una parte siedono direttamente o indirettamente nei Cda consortili e dall’altra nell’assemblea dell’Ato5 hanno puntato il dito solo contro il gestore, applicando penali per non aver acquisito le reti industriali .
Multe al gestore che sono state sventolate sui giornali come sfoggio di muscoli contro Acea, ma la realtà è stata poi un’altra: è finita che buona parte delle penali milionarie sono state censurate dai giudici, tanto che le ultime (2014-2015, per circa 2,2 milioni di euro) sono state ritirate e negli anni successivi la questione non è stata più citata.
I Tribunali hanno poi chiarito come nessuna colpa possa addebitarsi al gestore per come siano andate le cose. Quelli che pagano il conto sono, come al solito, solo i cittadini. Alla fine di questa TARANTELLA , infatti, i ciociari si sono ritrovati a fare i conti con bollette molto più salate; con un ambiente, già malato, ulteriormente inquinato e con una depurazione “truffaldina”, se si vuol dar retta alle tesi della Procura della Repubblica di Frosinone con l’impianto accusatorio che dovrà essere confermato nel processo , senza che nessun sindaco sia mai stato chiamato a risponderne politicamente .
Comitato Civico Free Monte
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