I rincari di benzina e diesel non si fermano. L’aumento dei prezzi, dovuto all’inflazione e al blocco Opec, non si arresta. Il governo pensa di proporre un altro bonus

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Non si arresta la crescita del prezzo di benzina e diesel. Riprendendo le elaborazioni di Quotidiano energia, l’agenzia stampa Ansa scrive che i dati relativi a giovedì 7 settembre vedevano il prezzo medio praticato della benzina in modalità self a 1,969 euro al litro, mentre per il diesel si parla di 1,877 euro al litro. Un aumento che già ad occhio fa il suo effetto: solo due giorni fa, QuiFinanza riportava un prezzo medio di 1,947 euro a litro per la benzina, mentre il gasolio era a quota 1,847.

Due settimane fa il presidente di Assoutenti Furio Truzzi affermava che l’attuale aumento dei prezzi non è altro che “una evidente speculazione durante tutta la filiera dei carburanti” perché, dall’inizio dell’anno, le quotazioni petrolifere “sono salite poco più dell’1%”. Dati, questi, che non giustificano l’aumento di circa l’8,1 per cento per la benzina e del +12,4 per cento per il diesel, come riportato di recente da Today.

L’inarrestabile ascesa del prezzo dei carburanti ha origini nella crescente inflazione e nelle recenti mosse del gruppo Opec+ manovrate da Arabia Saudita e Russia. Se nell’ultimo periodo il prezzo del petrolio ha superato, per la prima volta nel 2023, i 90 dollari al barile è infatti perché Ryadh e Mosca hanno fatto sapere di voler continuare fino alla fine dell’anno (se non oltre) con il taglio alla produzione e all’esportazione del greggio annunciato a inizio estate.

L’Arabia Saudita procederà con il taglio di un milione di barili nella produzione giornaliera (arrivando così a 9 milioni al giorno) mentre la Russia taglierà l’esportazione di altri 300 mila barili, oltre ai 500 mila precedenti. Così facendo, Mosca mira direttamente a mettere in difficoltà l’Europa ricorrendo al ricatto energetico che prova a utilizzare come risposta alle sanzioni iniziate con l’invasione dell’Ucraina, mentre l’Arabia Saudita continua con lo stop per colpire le “politiche di decarbonizzazione per abbandonare i combustibili fossili”.

Sul piano interno, però, tornano a risuonare le parole di Truzzi, che prima del forte aumento di questi giorni invitava il governo ad abbassare le accise (come accaduto durante il governo Draghi) proprio attraverso gli extraprofitti ricavati dal rialzo dei prezzi del carburante. Questa mossa, a suo parere, sarebbe stata utile anche per evitare il rincaro anche degli altri beni di consumo.

Di tagliare le accise, però, il governo sembra non volerne sapere. Stando alle ultime indiscrezioni l’esecutivo pensa anche questa volta a un bonus, probabilmente da 150 euro da, destinare ai redditi più bassi.

Fonte: www.wired.it


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