Lunedì scorso, 19 luglio, nel complesso archeologico di Caposele a Formia è stato presentato il nuovo rapporto della Caritas diocesana di Gaeta relativo all’anno 2020, dal titolo “Un noi da costruire”. Un evento atteso non solo nell’ambito ecclesiale, ma anche dagli operatori sociali che lavorano nei contesti istituzionali e associativi del territorio. Il report della Caritas diocesana è un aggiornamento periodico in termini numerici sulle povertà del territorio diocesano, ma anche un’occasione d’incontro e confronto tra chi ha a cuore le sorti delle tante persone che vivono in condizioni socio-economiche precarie.
L’arcivescovo di Gaeta Luigi Vari ha aperto l’incontro richiamando le tante persone di buona volontà: “Il senso di quel Noi è quello di una rete da costruire insieme a chi vorrà davvero esserci. In questo modo saremo una forza straordinaria”.
L’incontro è proseguito con l’intervento del vicario generale don Mariano Parisella, già direttore della Caritas diocesana, che ha ripercorso la storia dell’ente a partire dagli anni ’60 fino ai giorni nostri, per poi entrare nel vivo con i dati Caritas, prima a livello nazionale grazie al collegamento con Federica De Lauso di Caritas Italiana e poi quelli dell’arcidiocesi di Gaeta, con la sintesi degli esperti Ugo Tomassi e Anna Corrado. Le statistiche presentate hanno stimolato l’attenzione e la riflessione su diversi aspetti, molti dei quali preoccupanti: basti pensare all’esponenziale incremento delle richieste d’intervento e alle nuove povertà emerse soprattutto a causa degli effetti della pandemia.
La precarietà occupazionale, già rilevata negli scorsi anni, ha stimolato l’avvio del progetto OrA (Orientamento Attivo al Lavoro) raccontato dai referenti di progetto, Maurizio Fiorillo e Milena Marroco, e dalla testimonianza diretta di Shola, un ragazzo nigeriano attualmente coinvolto in un tirocinio formativo. Nel racconto delle nuove povertà, la professoressa Maria Giovanna Ruggieri ha esposto il progetto “Casa Bakhita”, in favore delle donne in difficoltà mentre Carlo Tucciello ha dato un approfondimento sull’azzardo con i dati inerenti il Lazio sud, sempre più preoccupanti in termini di spesa pro-capite e di “disturbo da gioco d’azzardo” come nuova forma di dipendenza patologica.
Nei saluti finali don Alfredo Micalusi, direttore di Caritas diocesana di Gaeta ha invitato le persone presenti a non pensare alla Caritas come un ente assistenziale che eroga beni, ma come la Chiesa tutta che si fa “presenza solidale” e “coscienza critica”, che si mette in gioco andando alla radice dei problemi, incontrando le persone e ascoltandole nei loro bisogni reali.
Dopo le oltre due ore di incontro, la sensazione diffusa è stata quella di aver preso parte a un momento prezioso che va oltre la mera condivisione di dati, ma di aver preso contatto con i vissuti personali che quei numeri rappresentano, e con la volontà forte dei tanti volontari Caritas di spendersi per chi più ha bisogno. Oltre alle tante persone in presenza il numero dei partecipanti è stato limitato dalle norme anti-CoVid l’evento è stato seguito in diretta Facebook sulla pagina dell’Arcidiocesi di Gaeta.
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