
Il Consiglio Regionale del Lazio sta vivendo un nuovo episodio della farsa della gestione Zingaretti. Come già segnalato più volte, il governatore del Lazio ha la pessima abitudine di non partecipare quasi mai ai lavori d’aula delegando l’espressione delle proprie opinioni ai comunicati stampa ed alle esternazioni sulle reti sociali. Per chi ha perso le precedenti puntate, solitamente la comunicazione del PD funziona in questo modo: lo staff di Zingaretti scrive una castroneria ed immediatamente dopo entra in scena il coro, formato da alcuni satrapi del suo stesso partito: il primo solitamente è Miccoli, deputato per mancanza di prove, poi interviene l’illuminante Gasbarra e spesso chiude il capogruppo Vincenzi. Sempre così, su tutto, in un circolo improduttivo in cui le scuse e le rettifiche sono escluse a beneficio della disinformazione, con l’ausilio della stampa amica, rapida a riprendere i loro cinguettii come lenta a dare lo stesso spazio alle nostre spiegazioni. Da quando abbiamo annunciato il nostro costruzionismo con lo scopo di migliorare la proposta di legge del riordino delle società regionali, siamo sotto costante attacco, via comunicato stampa, della maggioranza che, nel frattempo, si è già venduta agli organi d’informazione la notizia di una misura che il consiglio non ha ancora approvato, ma questo succede in virtù della deriva autoritaria che sta vivendo il Lazio sotto la gestione di Zingaretti. La maggioranza in aula non parla e si affida ai comunicati stampa, scritti spesso in maniera maldestra, si nasconde dietro la semantica e accusa gli altri dei peccati quindi è già stata giudicata più volte, questa è la politica regionale del Lazio. Si grida al risparmio senza far vedere i conti e si sottrae il controllo al consiglio per lasciarlo ad una specie d’autocertificazione, si presenta una legge costituita da tre articoli per riorganizzare cinque società, lasciando troppo spazio di manovra alla giunta ed alla dirigenza del nuovo carrozzone. Abbiamo presentato 1600 emendamenti, siamo disposti a ritirarli tutti se solo accetteranno le nostre proposte che non sono pretese, ma suggerimenti per evitare di commettere errori le cui conseguenze si pagheranno nei prossimi anni. Non possiamo sacrificare alle necessità propagandistiche di Zingaretti la nostra richiesta di trasparenza e legalità e non lo faremo, andremo avanti, in aula, senza dare importanza all’incontinenza a mezzo stampa della Giunta e dei suoi accoliti.
Davide Barillari – Movimento 5 Stelle