
SEDUTA COMITATO ISTITUZIONALE DISTRETTO LT4 DEL 05 MARZO 2025
La nostra scelta non nasce da un rifiuto preconcetto o da posizioni ideologiche, ma da una valutazione lucida e responsabile delle conseguenze future derivanti dalla decisione di istituire un consorzio per la gestione dei servizi sociali. Riteniamo che il percorso intrapreso per la costituzione del consorzio sociale LT4 sia caratterizzato da un approccio che non tiene adeguatamente conto delle specificità e delle reali esigenze del nostro territorio.
Il metodo adottato per questa iniziativa ha evidenziato un’impostazione rigida, più orientata alla forza che a una reale volontà di collaborazione e sviluppo condiviso. Basti pensare che, nella riunione del comitato istituzionale del 12 marzo 2024, nonostante l’assenza giustificata dei Sindaci di Campodimele e Sperlonga, si è comunque proceduto a discutere sulla costituzione del consorzio, senza preoccuparsi di avviare un confronto condiviso con tutti i rappresentanti, né di garantire una preventiva informazione pubblica.
Nonostante le perplessità sollevate nei vari incontri istituzionali e le continue richieste di un confronto pubblico da parte dei Sindaci di Campodimele e Sperlonga, il Comune capofila non ha mai accolto tale richiesta. Questa presa di posizione rappresenta una sconfitta politica che ha acuito le divisioni all’interno del comitato istituzionale, senza che il Comune capofila abbia mai tentato di ricomporle. Anziché unificare il territorio, si è preferito seguire logiche di maggioranze partitiche, alimentando fratture invece di promuovere un progetto realmente condiviso.
Il Comune di Fondi, in qualità di capofila del Distretto socio-sanitario LT4, deve inoltre assumersi la responsabilità di una gestione inefficace e fallimentare nel rispondere ai reali bisogni del territorio. La creazione del consorzio, così come prospettata, non garantisce una distribuzione equa ed efficiente delle risorse e dei servizi, ma favorisce invece una centralizzazione che penalizzerà le realtà locali più fragili. Le scelte sbagliate ricadranno inevitabilmente sui bilanci dei Comuni consorziati, con gravi ripercussioni sulla sostenibilità economica e sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.
La nostra priorità,da amministratori, deve essere quella di garantire ai cittadini servizi accessibili e di qualità, senza compromettere l’autonomia decisionale delle amministrazioni locali. È giunto il momento di dimostrare con fermezza la nostra contrarietà a un sistema che non risponde,oramai da anni, alle esigenze reali del territorio. Dobbiamo agire con coraggio, compiendo scelte concrete e responsabili per il bene delle nostre comunità. Solo così potremo costruire un futuro migliore, fondato su una gestione più efficiente e su uno sviluppo che coinvolga e tuteli tutti i cittadini, senza ulteriori compromessi o divisioni. Ci aspettiamo, inoltre, una riflessione politica e sociale da parte di chi ha gestito questa situazione, dimostrando scarsa conoscenza o interesse per i reali problemi del territorio. È fondamentale che chi prende decisioni per il nostro futuro inizi a comprendere le difficoltà e le necessità delle realtà locali, evitando di imporre scelte che non ne rispecchiano l’identità e i bisogni.
L’istituzione del consorzio rappresenta una scelta fallimentare e dannosa per i comuni coinvolti, con conseguenze gravi dal punto di vista organizzativo, strategico e finanziario. Il primo grande problema è l’incapacità del consorzio di raggiungere soglie adeguate per garantire la specializzazione delle risorse umane. La dispersione delle competenze e l’assenza di una struttura efficiente porterebbero alla creazione di un apparato amministrativo generico e inadeguato, incapace di offrire un valore aggiunto rispetto alle amministrazioni comunali già esistenti.
Dal punto di vista strategico, la scelta consortile penalizza i comuni in termini di visibilità e capacità di sviluppo economico. Gli enti consortili, per loro natura, hanno un ruolo marginale e scarsamente riconoscibile, il che riduce drasticamente la loro capacità di attrarre investimenti e di influenzare il territorio. Inoltre, la mancata rappresentanza delle minoranze consiliari all’interno del consorzio costituisce una grave limitazione democratica, poiché esclude ogni forma di controllo e bilanciamento del potere, lasciando la gestione nelle mani di pochi soggetti senza un adeguato confronto politico.
L’impatto finanziario del consorzio sarebbe devastante per i comuni aderenti. La sua istituzione comporterebbe un incremento della spesa corrente, con costi amministrativi aggiuntivi che graverebbero direttamente sui bilanci comunali. Gli amministratori del consorzio rappresenterebbero un ulteriore peso economico, senza alcun vantaggio tangibile per le comunità locali. Ancora più preoccupante è il fatto che, trattandosi di un ente strumentale e non di un ente locale, in caso di dissesto finanziario non si applicherebbe l’articolo 244 del Testo Unico degli Enti Locali. Questo significa che i costi di un eventuale fallimento ricadrebbero interamente sui comuni, senza alcuna possibilità di intervento per riequilibrare la situazione.
Un aspetto particolarmente critico riguarda il ruolo del Comune di Terracina all’interno del consorzio. La proposta di statuto attuale permette che il comune di Fondi capofila, con l’accordo degli altri tre comuni, assuma un controllo predominante, relegando Terracina a una posizione di minoranza. Di fatto, il Comune di Terracina diventerebbe un semplice finanziatore del consorzio, senza alcuna reale capacità decisionale, subendo le scelte imposte dagli altri enti.
La forma consortile, inoltre, è una scelta anacronistica. A livello nazionale, molti consorzi sono stati progressivamente trasformati in unioni di comuni, una soluzione ritenuta più efficiente e sostenibile. L’esperienza negativa del Consorzio degli Aurunci, che ha lasciato una pesante eredità di debiti ancora oggi a carico dei comuni, dimostra chiaramente i rischi insiti in questa struttura amministrativa e i danni irreversibili che può causare.
Infine, vi sono fondati motivi per ritenere che questa operazione, fortemente voluta dalla Regione, possa tradursi in un vero e proprio commissariamento delle funzioni amministrative e sociali dei comuni aderenti. Attraverso la nomina di direttori, il cui costo ricadrebbe quasi interamente sui bilanci comunali, si creerebbe un assetto inedito in Italia, in cui i comuni perderebbero la propria sovranità finanziaria a favore della Regione. Questo sarebbe in netto contrasto con il principio di autonomia sancito dall’articolo 118 della Costituzione.
A completare il quadro, la governance del consorzio sarebbe completamente scollegata dalle amministrazioni locali, senza alcuna elezione diretta da parte dei cittadini. Questo aprirebbe la strada a una gestione opaca, potenzialmente influenzata da soggetti politici esterni, privando i comuni del controllo effettivo sulle decisioni strategiche e finanziarie.
In conclusione, la scelta consortile si configurerebbe come un grave errore politico e amministrativo, con ripercussioni negative durature sulle finanze locali, sulla capacità di gestione e sulla stessa autonomia decisionale dei comuni coinvolti.
Per tutte queste ragioni, esprimiamo il nostro voto contrario alla costituzione del consorzio. Saranno i Consigli Comunali, quali organi titolati, a deliberare sulla scelta della forma giuridica finale. Rimaniamo comunque disponibili al dialogo e al confronto per individuare soluzioni più efficaci e sostenibili per il nostro futuro amministrativo.
Infine, chiediamo che la presente dichiarazione venga allegata al verbale e alla deliberazione del Comitato Istituzionale e trasmessa, come parte sostanziale e integrale, ai Consigli Comunali dei Comuni appartenenti al Distretto LT4.
“La libertà di pensiero non si negozia, né si piega alla volontà di chi vuol cancellarla”
(Cit. Presidente – Sandro Pertini)
IL SINDACO DI SPERLONGA
Armando Cusani
IL SINDACO DI CAMPODIMELE
Tommaso Grossi

Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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