Minturno: il Meetup 5 Stelle scrive al sindaco sui pericoli del 5G

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Roberto Tartaglia del Meetup 5 Stelle “Minturno in Movimento” scrive al Sindaco Stefanelli alzando l’attenzione sulle antenne di Telefonia 5G

Gentile Sindaco,
Le scriviamo perché, essendo Lei investito di preminenti funzioni e prerogative in materia di
tutela della salute pubblica, ci sentiamo in dovere di informarLa che l’installazione e l’esercizio di
antenne 5G può mettere a rischio la salute pubblica.
In particolare, crediamo debba sapere che l’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica
e Ambientale (A.M.I.C.A.) ha fatto una richiesta di accesso agli atti per sapere se il Governo abbia
richiesto il parere sanitario alle agenzie di salute pubblica sulla sicurezza delle radiazioni del 5G,
previsto dalla Legge di Riforma Sanitaria n. 833 del 1978. Tale legge prevede che, in materia di
immissione di forme di energia nell’ambiente, il Governo debba richiedere il parere sanitario a due
enti, l’Istituto Superiore di Sanità e l’ISPELS (le cui funzioni oggi sono state assunte dall’INAIL),
come è stato fatto prima della commercializzazione delle frequenze della telefonia mobile nel 1997.
Ebbene: l’INAIL, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Salute, il
Consiglio Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità, tutti, indistintamente, hanno dichiarato
che non è stato chiesto, né altrimenti acquisito, alcun parere sanitario. Sempre il Ministero della
Salute ha pure comunicato ad A.M.I.C.A. che “non risultano atti che coinvolgano lo scrivente
Ufficio e la Direzione generale nell’ambito del processo di concessione delle frequenze per la rete
1
di telecomunicazioni 5G, né l’argomento è stato oggetto di pratiche istruite presso il Consiglio
Superiore di Sanità.”

Tale parere, a nostro avviso, andava obbligatoriamente richiesto ed acquisito per due motivi:

  1. le radiazioni del 5G vanno a sommarsi a quelle della telefonia mobile attuale (2G, 3G, 4G,
    LTE) ed è necessario valutare l’impatto sulla salute pubblica, sulla flora e sulla fauna, della
    sommatoria degli effetti biologici causati dall’esposizione sinergica a tutte queste frequenze
    insieme, soprattutto in considerazione del fatto che la ricerca ha trovato effetti biologici
    potenzialmente responsabili di rischi di patologie neurodegenerative, come l’Alzheimer,
    ormonali, per la fertilità, nonché rischi per la flora e per la fauna, anche al di sotto degli
    attuali limiti di legge.
  2. la ricerca sugli effetti biologici delle frequenze 5G, soprattutto sulle onde millimetriche, è
    scarsissima, non ci sono studi epidemiologici e si sa solo che le ghiandole sebacee, con la
    loro forma a tubo elicoidale, costituiscono delle antenne riceventi per le onde millimetriche
    e ne sono quindi il target primario.1,2
    Fino ad oggi le onde millimetriche erano state usate solo in ambito militare per i sistemi di
    dispersione delle folle (active denial system), che creano una sensazione di riscaldamento intenso.
    Già nel 2008 due ricerche avevano evidenziato che le onde millimetriche, essendo usate in
    modo fortemente polarizzato, potrebbero creare punti di accumulo e sovra riscaldamento anche a
    livelli inferiori agli attuali standard di sicurezza. 3
    Identico è lo scenario fuori dai confini nazionali: i soggetti industriali interessati alla
    tecnologia “5G” negli U.S.A. sono comparsi il giorno 7.2.2019 ad un’audizione presso il Senato
    americano, Comitato “Commerce, Science, and Transportation”, competente in materia,
    ammettendo di non essere a conoscenza di alcuno studio in corso sulla salubrità delle onde
    elettromagnetiche generate dallo standard in questione. Specificamente, da parte del rappresentante
    di CTIA è stato affermato : “There are no industry-backed studies, to my knowledge right now” e 4
    Feldman Y, Puzenko A, Ben Ishai P, Caduff A, Davidovich I, Sakran F, Agranat AJ. The electromagnetic response of 1
    human skin in the millimetre and submillimetre wave range. Phys Med Biol. 2009 Jun 7;54(11):3341-63. doi:
    10.1088/0031-9155/54/11/005. Epub 2009 May 8.
    Feldman Y, Puzenko A, Ben Ishai P, Caduff A, Agranat AJ. Human skin as arrays of helical antennas in the millimeter 2
    and submillimeter wave range. Phys Rev Lett. 2008 Mar 28;100(12):128102. Epub 2008 Mar 27.
    Esra N e Niels K, Systematic Derivation of Safety Limits for Time-Varying 5G Radiofrequency Exposure Based on 3
    Analytical Models and Thermal Dose, Health Physics: December 2018 – Volume 115 – Issue 6 – p 705–711.
    Cellular Telecommunications and Internet Association, associazione dell’industria wireless U.S.A. 4
    2
    “to my knowledge there’s no active studies being backed by industry today”, ovverosia “attualmente
    non vi sono studi sostenuti dall’industria, per quanto ne so io” e “a mia conoscenza non ci sono
    studi attivi sostenuti oggi dall’industria”.
    In sostanza, secondo tutte le fonti pubbliche sinora consultate e disponibili, non esistono
    prove che l’uso del 5G si possa considerare sicuro per la salute e, dunque, sembra che queste
    frequenze siano state concesse all’industria senza che il Governo si sia preoccupato dei rischi per la
    salute pubblica e per l’ambiente, esponendo la vita umana e animale ad una vera e propria
    sperimentazione vista l’assenza di prove di assenza di danno, e l’assenza di studi in corso.
    Le amministrazioni comunali dispongono oggi di evidenze certe (l’evoluzione scientifica
    sotto riportata, l’appello del Rapporto Bioinitiative 2007 e 2012, la Raccomandazione del Consiglio
    d’Europa del 2011) che gli attuali limiti massimi di campo elettromagnetico da radiofrequenze non
    siano – in generale – conservativi della salute umana e dunque debbano essere fortemente
    ridimensionati: ma ciò implica anche automaticamente, come ovvio, che i livelli di esposizione
    attuale non debbano essere per alcuna ragione aumentati né oltrepassati, come invece avverrebbe
    qualora alle attuali tecnologie “2G”, “3G”, “4G” e “4.5G” cui è già esposta la popolazione e che
    come detto, resteranno in vigore, per le diverse funzioni e finalità che assolvono, dovesse
    aggiungersi il contributo dell’elettrosmog da standard “5G”.
    Il quadro, per come ora delineato, infrange, violandoli, diversi principi normativi nazionali,
    fra cui segnaliamo la L. 36/01 finalizzata, come dal nome stesso della norma, alla “protezione dalle
    esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”, e comunitari, a partire dal principio
    di precauzione sancito dall’articolo 191 del Trattato sull’Unione Europea (già art. 174 del TCE), di
    diretta applicazione e frequentemente richiamato nel diritto nazionale.
    Tale principio generale è fatto proprio nella giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea
    secondo cui “la protezione della salute ha la precedenza sulle considerazioni economiche” ed in
    diverse occasioni anche il governo dell’Unione Europea ha affermato che, quando una attività o una
    tecnologia susciti il forte dubbio di essere dannosa per la salute e per l’ambiente, occorre prendere
    le necessarie misure precauzionali anche in assenza di una chiara relazione causa-effetto dimostrata
    su base scientifica fra quell’attività e il danno che potrebbe derivare [cfr. fra le altre la
    Comunicazione della Commissione Europea sul ricorso al principio di precauzione (COM(2000) 1
    final. del 2 febbraio 2000)]. Le ricordiamo inoltre che qualsiasi sperimentazione sull’Uomo senza
    consenso rappresenta una violazione del Codice di Norimberga, e a questa associazione risulta che
    3
    siano già stati depositati esposti basati su tale ultima considerazione presso le competenti autorità
    sovranazionali proprio in ambito di inquinamento da standard “5G”.
    Per tutti questi motivi, Le chiediamo di non autorizzare nel futuro l’installazione di antenne
    5G sul territorio del quale Lei è responsabile, né l’esercizio dei relativi impianti.
    Ciò potrà avvenire, naturalmente sulla base del Suo prudente apprezzamento, sia attraverso
    ordinanze previste dal T.U.E.L. (artt. 50 e 54) , sia attraverso il regolamento per localizzazione di 5
    antenne.
    Per quanto riguarda le prime, risulterà imprescindibile dimostrare le basi scientifiche e
    giuridiche che sorreggono il provvedimento. Ed infatti la casistica giurisprudenziale amministrativa
    dimostra che i TAR hanno chiaramente preteso la prova della motivazione riguardo alla sussistenza
    dei presupposti: ovvero di quali fossero gli effettivi pericoli per la salute pubblica attualmente e
    direttamente derivanti dalla presenza delle cose o oggetti regolate con il provvedimento ex
    T.U.E.L., così come dell’obbligatoria esplicitazione delle ragioni per le quali a tali pericoli non si
    potesse fare fronte mediante ricorso agli ordinari strumenti previsti dalla vigente normativa statale e
    cioè dell’inesistenza di rimedi ordinari alternativi per l’esercizio di tale potere atipico.
    Per quanto concerne invece il regolamento, visto tutto quanto sopra, il Suo Comune, sempre
    a fronte delle medesime motivazioni, ovvero preponderanza dell’evidenza sui rischi di danni
    irreversibili alla salute, ed in assenza di interventi di altre amministrazioni, statali ovvero regionali,
    può introdurre nell’esistente (o emanando nuovo) regolamento comunale sulla localizzazione delle
    antenne, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della l. 36/2001, un divieto di installazione o di gestione
    di impianti ed antenne (valevole nel caso anche per le esistenti SRB che potessero essere
    fisicamente convertite ad una nuova frequenza, così peraltro bypassando il divieto di retroattività
    del regolamento) generanti campi elettromagnetici riconducibili allo standard ed alle frequenze
    “5G”.
    Il tutto, si ritiene (per conservare la legittimità dell’azione amministrativa del Suo Comune),
    necessariamente preceduto da formali quanto semplici richieste da parte della Sua Amministrazione
    Se si presta accettazione alla definizione di “servizio pubblico” dei servizi di telecomunicazione erogati dai diversi 5
    licenziatari, è ragionevole sostenere che l’obiettivo di tale servizio sia quello di permettere lo scambio di voce e dati
    tramite la copertura del territorio, copertura che appare però già essere completamente garantita su tutto il territorio
    nazionale e dunque certamente su quello del Vostro Comune. Risulta invece difficile far sussumere nella categoria del
    “servizio pubblico” la sovracopertura del territorio, ovvero la continua proliferazione di SRB finalizzata al diverso ed
    esclusivo scopo ricercato dal gestore di offrire ai propri esistenti o futuri clienti, nuovi prodotti e funzionalità, come
    quelli che sarebbero erogati dallo standard “5G”.
    4
    agli enti competenti sopramenzionati, ivi compresa l’ARPA Regionale, di attestare per iscritto
    l’assoluta innocuità per la popolazione dall’eventuale esposizione alle RF dello standard “5G”,
    richiedendo, altresì, di rendere noti gli studi e gli esiti che essi dovessero avere eventualmente
    medio tempore compiuto.
    Per un approfondimento sui rischi correlati alle radiazioni da radiofrequenza e, in particolare
    del 5G, La invitiamo a leggere:
    − l’Appello degli Scienziati per la Moratoria del 5G alla Commissione Europea, sottoscritta
    da 164 scienziati e medici e da 95 organizzazioni non governative secondo i quali il 5G
    aumenterà l’esposizione a radiazioni da radiofrequenza oltre a quelle già in uso del 2G, 3G,
    4G, Wi-Fi, con un conseguente rischio per la salute umana e per l’ambiente;6
    − la petizione “EMF Call”, sostenuta da 247 scienziati il 30 Ottobre 2018 secondo la quale
    servono nuove linee guida più stringenti sui campi elettromagnetici;7
    − lo studio sul 5G del Dott. Agostino Di Ciaula di ISDE Italia;8
    − il parere del Comitato Scientifico sui Rischi Sanitari Ambientali ed Emergenti (SCHEER)
    della Comunità Europea del 14 Gennaio 2019, nel quale si evidenzia che non ci sono ancora
    certezze sulla innocuità sulla telefonia 2G, 3G e 5G, e le incertezze sono persino superiori
    sul 5G per il quale ci sono pochissimi studi;9
    − lo studio pubblicato nel 2014 su Pathophysiology di Lennart Hardell, epidemiologo svedese
    esperto di cancerogenesi dei cellulari, secondo il quale la radiofrequenza rientra nei
    parametri di classificazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)
    come Cancerogeno certo per l’Uomo (Classe 1);10
    − gli studi dell’Istituto Ramazzini di Bologna e del National Toxicology Programme degli 11
    Stati Uniti, condotti entrambi su topi e ratti irradiati a radiofrequenza, concludono entrami 12
    che c’è un rischio di sviluppare tumori delle cellule nervose, colmando la lacuna degli studi
    http://www.infoamica.it/appello-per-fermare-le-telecomunicazioni-5g/ 6
    https://www.emfcall.org/wp-content/uploads/2018/11/EMF-Call-30-October-2018-italy.pdf 7
    https://www.isde.it/tag/5g/ 8
    https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/scientific_committees/scheer/docs/scheer_s_002.pdf 9
    10 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25466607
    https://ehtrust.org/wp-content/uploads/Belpoggi-Heart-and-Brain-Tumors-Base-Station-2018.pdf 11
    https://ntp.niehs.nih.gov/results/areas/cellphones/index.html 12
    5
    su animali che aveva fatto propendere nel 2011 la IARC per una classificazione come
    possibile cancerogeno (Classe 2B), invece di probabile (Classe 2A).
    Sulla base di queste legittime preoccupazioni diversi Sindaci in Italia e all’estero hanno già
    deliberato che non consentiranno l’installazione delle nuove antenne 5G, per esempio il Sindaco di
    Morino, che si rifiuta di rendere i suoi cittadini delle cavie, il Municipio XII di Roma, così come 13 14
    300 Sindaci degli Stati Uniti, la Municipalità di Bruxelles, l’Olanda e la Svizzera . 15 16 17
    Restiamo a disposizione per fornire ulteriore documentazione e supporto nell’interesse della
    salute dei cittadini e per la salvaguardia della flora e della fauna del Suo territorio.
    Cordiali saluti.

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