PROCREAZIONE. PETRANGOLINI: SANT’ANNA STRUTTURA ALL’AVANGUARDIA

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“L’effettuazione di una diagnosi preimpianto nella Asl Roma A è una bellissima notizia, perché viene rispettato il diritto basilare delle coppie di sapere in anticipo se il loro figlio nascerà sano”. Lo dichiara la consigliera regionale del gruppo ‘Per il Lazio’, Teresa Petrangolini.

“La coppia in questione – aggiunge la consigliera segretaria dell’Ufficio di Presidenza – può così evitare la nascita di un figlio affetto da una patologia fortemente invalidante, che in questo caso è la fibrosi cistica. Da anni ormai le associazioni per la tutela dei diritti dei cittadini in ambito sanitario si battono per conquistare questo diritto. Oggi possiamo finalmente gioire”.

Con riferimento all’Istituto Sant’Anna, che effettuerà la diagnosi, Teresa Petrangolini spiega che “questa vicenda riaccende la luce dei riflettori su una struttura di avanguardia, un gioiello di qualità per le prestazioni che offre e che potrebbe avere la capacità di soddisfare buona parte delle esigenze delle coppie romane, sia con riguardo alla procreazione medicalmente assistita che per le diagnosi preimpianto. In più – prosegue la consigliera – il Sant’Anna è quotato a livello nazionale e assorbe centinaia di richieste provenienti dal Sud e proprio per questo stiamo procedendo all’accreditamento che non c’è mai stato e che permetterà alla struttura di riprendere le attività a pieno ritmo. Sappiamo bene che ciò non basta e la Regione farà ogni sforzo per mettere a disposizione le risorse finanziarie, tecnologiche e professionali necessarie”.

“Sia per il rispetto della dignità delle coppie sia per esigenze di razionalizzazione della spesa – conclude Petrangolini – non vogliamo più che il Lazio paghi le altre regioni per i servizi relativi alla procreazione medicalmente assistita che potrebbero essere adeguatamente offerti da strutture come il Sant’Anna: solo per fare un esempio, oggi per quegli stessi servizi paghiamo 4.500 euro a persona alla Lombardia e 2.500 euro alla Toscana 2500. Quell’apparente risparmio che si fa sulle strutture regionali diventa un costo quando la prestazione viene poi effettuata altrove”.

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