Rc auto, cambia tutto: riparazione anche oltre il valore. La Cassazione ha affermato il diritto al giusto indennizzo anche quando il valore delle riparazioni è superiore a quello commerciale della vettura danneggiata

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Le compagnie assicurative sono obbligate a risarcire i danni derivati dagli incidenti anche se il costo delle riparazioni supera il valore dell’auto. Con una recente ordinanza la Corte di Cassazione interviene in modo decisivo su un’annosa disputa nel settore dell’Rc auto, facendo segnare un punto importante a favore di milioni di automobilisti in merito al diritto di ottenere il giusto indennizzo anche quando il valore degli interventi è di molto superiore a quello commerciale della vettura danneggiata.

Rc auto, cambia tutto: l’ordinanza della Cassazione

Per Federcarrozzieri si tratta di una decisione “clamorosa” con la quale, secondo l’associazione di categoria, “la Corte di Cassazione interviene a gamba tesa sul settore delle riparazioni auto, bacchettando di fatto le compagnie di assicurazioni che spingono i propri clienti a rottamare l’automobile in caso di incidente quando il costo delle riparazioni supera il valore commerciale della vettura”.

Tramite l’ordinanza 10686/23, depositata il 20 aprile dalla terza sezione civile della Cassazione, si legge nell’articolo di QuiFinanza a firma di Claudio Carollo, gli ermellini hanno aggiunto un elemento ulteriore esprimendosi su un caso dove un automobilista aveva richiesto “una somma pari quasi al doppio del valore del veicolo”.

Nella sentenza i giudici hanno stabilito che, data per assodata la valutazione dei periti assicurativi sulla corretta stima dei costi di riparazione, le compagnie assicurative possono non riconoscere il risarcimento dei danni molto oltre il valore commerciale dell’auto, solo se questo finisce per arricchire il danneggiato in modo ingiustificato.

“Il danneggiato – hanno spiegato dalla Cassazione  – può avere serie e apprezzabili ragioni per preferire la riparazione alla sostituzione del veicolo danneggiato” e questa esigenza “può comportare un costo anche notevolmente superiore a quello della sostituzione”.

“Dalla Corte di Cassazione arriva un importantissimo assist in favore di milioni di automobilisti italiani che subiscono danni alle proprie autovetture a seguito di incidenti stradali” ha commentato da Assoutenti 

“Finora gli automobilisti sono stati spinti dalle imprese assicuratrici a rottamare la propria vettura quando i costi delle riparazioni risultavano anti-economici per le compagnie, poiché superiori al valore di mercato dell’auto danneggiata. Una prassi scorretta e lesiva dei diritti dei consumatori – ha spiegato il presidente Furio Truzzi – costretti ad acquistare una nuova vettura pur potendo riparare quella incidentata. Ora la Cassazione mette fine a questa politica assurda delle compagnie di assicurazioni, e gli automobilisti potranno a buon diritto riparare l’auto anche se la compagnia sostiene che ha un valore commerciale troppo basso, evitando di ricorrere alla rottamazione e sostenere l’onere, sempre più impegnativo, di dover acquistare una nuova automobile”

Secondo l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici, Ania, “l’’intervento della Suprema Corte conferma una giurisprudenza già consolidata. Da un lato infatti non presenta elementi di novità rispetto alla giurisprudenza della stessa Corte, secondo cui la riparazione del veicolo può non essere accordata dal Giudice quando ‘il costo delle riparazioni superi notevolmente il valore di mercato del veicolo’. Dall’altro lato, si limita a dichiarare che il giudice debba valutare se vi sia un ingiusto arricchimento per il danneggiato con la riparazione del mezzo, considerando allo stesso tempo tutti gli eventuali costi accessori in caso di non riparazione”.

“La Cassazione ha evidenziato, peraltro, che, per effettuare un’equa comparazione –  aggiungono da Ania – occorre verificare, nel caso concreto, se vi sia effettivamente, con la riparazione, un aumento del valore del veicolo rispetto a quello che lo stesso aveva prima del sinistro. Rileviamo, al riguardo, che occorre considerare, nella valutazione del valore commerciale ante sinistro, anche la detrazione del valore del relitto indirizzato alla demolizione”.

Fonte: QuiFinanza

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