L’intervista rilasciata da Carmine Schiavone, ex boss dei casalesi, ai microfoni di Sky Tg 24, rende ufficiale ciò che da anni ormai sanno anche le pietre e cioè che la provincia di Latina è terra nella quale uno dei gruppi più aggueriti della camorra può dettare legge e questo grazie alla possibilità di “poter godere di rifugi e appoggi”.
In realtà l’ex-boss parla al passato, ma noi siamo convinti che è possibile coniugare al presente l’azione dei gruppi malavitosi che vanno per la maggiore, che vedono nel basso Lazio, un ottima occasione per poter consolidare i loro interessi economici. Ovviamente parliamo di centinaia di milioni di euro che vengono investiti nel tessuto economico anche della nostra città, con la loro scia di illegalità diffusa che fortunatamente, dalle nostre parti, non ha lasciato sul selciato nessun corpo (leggasi cadaveri). Questo fino a quando? Perché prima o poi succederà. E’ ineluttabile. Oppure qualcuno pensa che la nostra città possa scampare a questo destino, qualora si continui a far finta di nulla?
La situazione che vive da anni il nostro territorio è così ben descritto nelle tante indagini portate avanti dalla magistratura inquirente, dove appare ormai chiaro che il malaffare è figlio anche dalle complicità di cui ha potuto godere all’interno delle istituzioni.
D’altronde, tranne poche eccezioni, la classe politica pontina ha negato alla lotta alla criminalità organizzata un ruolo di primo piano della propria azione politica, anzi spesso ha risposto infastidita a chi poneva l’attenzione sul fenomeno, perché guai a sporcare il nome della nostra città.
Crediamo anche all’occhio di un osservatore poco attento sarà balzato agli occhi tale coincidenza, ma è possibile ancora chiamarla coincidenza? Oppure si tratta della conferma che nel nostro territorio è forte la collusione tra politica (leggasi partiti) e criminalità organizzata, a tal punto che si prova a negare l’evidenza, anche quando la realtà racconta di una situazione insostenibile.
Non siamo così ingenui da pensare che non vi sia alcun nesso tra le due cose, anzi è proprio lì che bisogna guardare se si vuole sferrare un duro colpo ai gruppi criminali.
Nell’attesa che le istituzioni facciano seriamente il loro mestiere, chiediamo alla società civile di non sfuggire dalle proprie responsabilità, perché è necessario che tutti facciano la propria parte.
E’ infatti necessario fare muro contro la criminalità organizzata insieme alla Magistratura, che invece spesso è solitaria nell’opera di repressione, mentre è difficile credere che i partiti, soprattutto quelli che si ingrassano con il consenso di natura “mafiosa”, possano dare un contributo fattivo all’opera di sdradicamento, altrimenti non capiamo come sia stato possibile diventare “terra loro”.
Non possiamo più permettercelo, ne va del vivere civile della nostra città, ma anche della nostra salute, visto che sempre a detta di Carmine Schiavone, la nostra provincia è diventata la pattumeria delle tante fabbriche del nord, che hanno dato in appalto alla camorra lo smaltimento dei rifiuti “speciali” che producevano, con buona pace della legalità di cui tanti professionisti del consenso si vantano.
Chiediamo un intervento che ricerchi i siti inquinati e proceda alla bonifica. Non siamo assolutamente disposti a pensare che le morti per neoplasie siano naturali. Come non siamo disposti a pensare che lo stato difenda come dovrebbe i suoi cittadini. Siamo in condizioni drammatiche che presuppongono un salto di qualità dell’azione politica e non i soliti comunicati al bromuro che vengono da alcuni partiti e dagli amministratori, più propensi a mettere la polvere sotto al tappeto che a fare pulizia, soprattutto in casa loro.
Perché non ci possiamo permettere il sospetto che dentro i palazzi del potere ci sia qualcuno che rema contro.
