Rifondazione Comunista Formia: I lavoratori non sono merce “usa e getta”

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L’ennesimo caso “negativo”, che vede protagonisti i dipendenti delle aziende che hanno in appalto servizi per conto del comune di Formia, è quello che vede coinvolti 8 operatori della cooperativa “Herasmus” che, secondo la CGIL – funzione pubblica, non ricevono lo stipendio da circa 2 mesi e nonostante questo continuano a svolgere, con grande senso di responsabilità, l’assistenza domiciliare presso il Comune di Formia. A noi non interessa sapere quali siano le motivazioni della mancata erogazione del salario (colpa della cooperativa o colpa del comune o se il problema sia poi stato superato), interessa invece che il problema venga risolto subito.

Non siamo disposti a tollerare che tale situazione continua a gravare sulle spalle dei lavoratori, così come è successo in altri casi.

Ricordiamo il caso della lavoratrice che nel 2010 venne licenziata, in tronco, dalla ditta che si occupava del trasporto scolastico, servizio che ci risulta continui a svolgere e di cui noi ci occupammo, tanto da arrivare a minacciare il boicottaggio del concerto che lì a poco avrebbe dovuto tenere il maestro Piovani nella nostra città.

Il modo con il quale venne licenziata, e la relativa assenza di giusta causa, fu l’ennesimo attacco dei diritti dei lavoratori. Chiedemmo all’allora assessore La Mura di intervenire “per ottenere il reintegro immediato della lavoratrice licenziata nonostante che durante i 16 anni di lavoro non avesse mai ricevuto alcun provvedimento disciplinare”.

Purtroppo ciò non avvenne, a dimostrazione di quanto poco importassero le condizioni dei lavoratori all’amministrazione comunale dell’epoca. Ad oggi ci risulta che la lavoratrice sia ancora in causa con l’azienda di trasporto scolastico per vedere riconosciuti i propri diritti.

Nel luglio del 2013 venne invece licenziata una lavoratrice dalla società cooperativa Le.Sa.Sca., che gestisce l’asilo comunale “la Quercia”, in quanto secondo l’azienda non aveva superato il periodo di prova [clausola non sottoscritta né dalla Cigl né dalla lavoratrice]. Non meglio se la passano le restanti lavoratrici, che ci risulta siano state assunte con una riduzione di livello [da D3 a D2] e di ore [27 a 22 ore], con conseguente decurtazione della busta paga di circa 250 euro lordi. Il tutto nel più totale silenzio dell’amministrazione comunale.

Ci pare inoltre non roseo il futuro degli operati del settore ambiente. L’affidamento del servizio è stato prorogato, in difformità con quanto previsto dall’attuale normativa, numerose volte e senza che vi siano state, da parte dell’amministrazione comunale, dei segnali chiari, tant’è che si è passati da un’esternalizzazione totale del servizio [Michele Forte] ad una società pubblica comprensoriale [Sandro Bartolomeo] che però ci pare lontano dal venire, viste le probabili difficoltà di far sedere allo stesso tavolo amministratori di città dove la gestione dei rifiuti ha svelato il sistema criminale che regge molti comuni a noi vicini.

E’ necessario, per dare tranquillità ai circa 60 dipendenti, quanto prima che il comune di Formia scelga di gestire il servizio tramite un’azienda speciale municipalizzata, così da evitare che qualche “bandito” metta piede in città e ne approfitti per fare profitto a danno dei lavoratori del settore ambiente. Un errore che non ci possiamo permettere, visto poi che sui rifiuti c’è sempre l’occhio interessato della camorra.

Così come vada fatta chiarezza sulla situazione dei dipendenti della SIS, che si è aggiudicata l’appalto per la gestione delle “strisce blu”. Non vorremmo che, anche in questo caso, i soldi vengano fatti sulla pelle dei dipendenti. Lo lascia pensare la frase “ la SIS di Perugia sapeva le unità impiegate ed i costi, deve finire questa modalità molto diffusa (prima si prende l’appalto e poi si taglia sul personale)” di un comunicato sindacale pubblicato su un quotidiano locale.

Lo stesso dicasi per i lavoratori dell’ATP, che sappiamo in sofferenza perché i soldi arrivano con il contagocce. Senza dimenticare il fatto che l’appalto del trasporto urbano è attualmente in deroga. E quindi il loro è un futuro incerto.

E’ di chiara evidenza, inoltre, la necessità di monitorare le condizioni dei lavoratori che sono assunti dalle decine di aziende che prestano servizio per conto del comune, per evitare pericolosi abusi.

D’altronde deve essere chiaro che l’amministrazione comunale di Formia ha l’obbligo di esercitare le prerogative legislative previste per verificare la correttezza con la quale operano le società che gestiscono i servizi comunali, e chiedere conto di tutte le criticità che emergono durante lo svolgimento del servizio; e, inoltre, ha l’obbligo di stracciare i contratti di affidamento dei servizi, qualora vi siano gravi e palesi inadempienze contrattuali.

Peccato che ciò non avvenga mai. Non abbiamo bisogno di moderni “Ponzio Pilato”, ma di amministratori che si facciano carico dei diritti dei lavoratori che altrimenti rischiano di cadere nelle mani di imprenditori della peggior specie.

Non se la passano meglio i lavoratori delle aziende che hanno in appalto i servizi pubblici regionali. I lavoratori della COTRAL, accampati nel piazzale del molo Vespucci senza poter usufruire di alcun servizio [tali non si possono chiamare i due bagni chimici collocati lì]; i lavoratori del 118 di cui poco si sa, se non che prestano servizio presso numerose aziende, in condizioni tali da mettere a rischio un servizio essenziale; i lavoratori di Sorriso sul Mare, abbandonati alla loro sorte e con difficoltà nella ricezione dei pagamenti.

D’altronde cosa aspettarsi dopo che la gestione dei servizi pubblici non è più prerogativa diretta degli enti pubblici, ma si è continuato ad esternalizzare, a danno dell’efficienza del servizio ma anche della trasparenza nelle assunzioni. Come sono stati assunti i dipendenti? In assenza dell’obbligo del bando pubblico tutto è stato lasciato all’arbitrio delle società.

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