8 settembre 1943: Per i nostri militari fu il momento della scelta.

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_StaLag_IV BCon l’armistizio firmato a Cassibile e annunciato dal Generale Badoglio l’8 settembre 1943 l’Italia cessò la sua alleanza con la Germania. I militari italiani, allo sbando, si trovarono nella situazione di scegliere da che parte stare. Quelli che rifiutarono la collaborazione, con i tedeschi furono presto catturati e deportati nei lager nazisti. Eroi inconsapevoli, affrontarono con spirito di sacrificio e con grande dignità il periodo della “prigionia”. Considerati “traditori” furono obbligati a svolgere lavori particolarmente pesanti e pericolosi, esposti al rischio dei frequenti bombardamenti. Gli Internati Militari Italiani (IMI) rifiutarono la collaborazione con i nazisti; solo una piccolissima percentuale, stimolata dagli stenti, favorì i tedeschi. A costo della propria vita mantennero fede al giuramento fatto alla Patria, allora Regno d’Italia. La loro fu una delle prime forme di “resistenza” al nazismo. Che sarebbe stato dell’Italia se i nostri militari avessero aderito in blocco alla Germania nazista? La medaglia d’onore è l’onorificenza concessa dal Governo Italiano, dal 2007, a tutti i cittadini italiani – civili e militari – e ove deceduti ai loro familiari che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, furono catturati dai tedeschi e detenuti nei lager nazisti. Per potere ricevere la medaglia (prossima cerimonia di consegna il 27 gennaio 2016 giornata della Memoria) anche come erede, è necessario compilare e spedire, tramite raccomandata all’indirizzo indicato, una modulistica scaricabile dal sito internet del Governo Italiano – medaglia d’onore IMI allegando le documentazioni di cui si è in possesso: foglio matricolare del militare, lettere dal lager, che testimonia l’internamento nei campi di concentramento nazisti dopo l’8 settembre 1943. Aprilia si piazza ai primi posti nel territorio pontino per avere ricevuto finora 11 medaglie d’onore grazie all’attività dell’Associazione “Un ricordo per la pace” che dal 2011 sta portando avanti il progetto “Memoria agli IMI”, divulgando nelle scuole del territorio la storia drammatica dei nostri militari e guidando chi ha diritto nelle pratiche necessarie per ottenere l’importante riconoscimento. L’Associazione ha realizzato diversi video sul tema con le testimonianze d’ex internati che sono a disposizione gratuitamente per la visione nelle Scuole del territorio. Per informazioni rivolgersi all’Associazione “Un ricordo per la pace”: el.bonacini@gmail.com e terminiamo con queste righe tratte da una lettera che Ernesto Bonacini padre di Elisa presidente dell’Associazione “Un ricordo per la pace” scrisse nell’immediato dopoguerra alla neo-nata Associazione degli Internati Militari Italiani, parole che visualizzano lo stato d’animo di chi riuscì a ritornare: “…Salutiamo fieri e commossi i compagni che in terra di Germania fra le più atroci barbarie, fra i più estenuanti dei lavori, tra le più colossali delle sofferenze hanno lasciato la vita. La loro forza di sopportazione ci è stata di esempio nel superare le avversità di ogni momento, la loro altezza morale ci è stata di incitamento a resistere fino in fondo, mentre l’esistenza quotidiana diventava sempre più gravosa. Al dolore delle famiglie di Questi noi partecipiamo, perché noi abbiamo vissuto con Loro che ci furono fratelli in tanta cattività. I compagni dei Lager di Germania che con noi non hanno fatto ritorno, ci saranno d’incitamento nelle opere di ricostruzione che la Patria, libera da ogni vincolo straniero, attende”.

Ernesto Bonacini
Ernesto Bonacini

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