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Un’auto si è cappottata a tutta velocità finendo in fiamme sulla Casalina, nel territorio della città metropolitana di Roma, tra Colleferro e Anagni. All’interno della vettura, risultata poi rubata, sono morti due ragazzi, mentre un terzo è stato trasportato in gravi condizioni in ospedale. Nell’incidente non sarebbero rimasti coinvolti altri veicoli.
Lo schianto è avvenuto intorno alle ore 23.00 della serata di sabato scorso. I tre ragazzi a bordo dell’auto rubata, una Bmw nera, sfrecciavano a tutta velocità sulla Statale Casilina, in direzione Anagni-Colleferro, quando hanno perso il controllo all’altezza del chilometro 52,500.
Secondo quanto ricostruito finora, l’auto sarebbe finita fuori strada ribaltandosi più volte, fino a terminare la sua corsa contro un albero. L’auto si è incendiata in seguito al violento impatto e due ragazzi sono rimasti bloccati tra le fiamme. Su segnalazione di alcuni passanti, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Colleferro e Palestrina, che hanno domato il rogo ma senza riuscire a estrarre in tempo le vittime dalle lamiere avvolte dalle fiamme. i corpi dei due giovani a bordo dell’auto sono stati tirati fuori ormai carbonizzati.Il terzo ragazzo, invece, è stato sbalzato fuori dalla vettura per l’urto e proiettato a diversi metri di distanza dall’asfalto. Il ferito è stato soccorso dal personale medico del 118 e trasportato in gravi condizioni al Policlinico di Tor Vergata, dove si troverebbe tuttora ricoverato in pericolo di vita.
Sul luogo dell’incidente sono arrivati i carabinieri della Stazione di Segni, Gavignano e del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Colleferro, per effettuare i rilievi e ricostruire le cause dell’incidente.
I militari dell’Arma sono al lavoro per risalire alle circostanze del furto: gli arnesi da scasso trovati all’interno del baule della Bmw e l’auto stessa sono stati sequestrati. I tre ragazzi, tutti di cittadinanza albanese e domiciliati a Roma, erano già noti alla giustizia per reati contro il patrimonio. Le salme sono state portate al Policlinico Tor Vergata e identificate grazie anche alle impronte digitali
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