COMUNICATO STAMPA SINDACALE UGL SCIOPERO NAZIONALE DEL SETTORE CREDITO 31/10/2013

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La Segreteria Nazionale UGL CREDITO, unitamente alle altre sigle sindacali che hanno sottoscritto in data 19/01/2012 il Contratto Collettivo Nazionale del settore Credito, dopo la pretestuosa e incomprensibile disdetta del contratto in parola da parte di ABI, che di fatto ha anticipato di ben tre mesi i termini previsti dalla norma per la naturale disdetta dello stesso, intende sottolineare come il contesto sociale e il momento storico non avranno la meglio avallando una politica di screditamento generale della forza lavoro e delle risorse umane.

Per i motivi sopra indicati anche in Provincia di Latina il segretario Provinciale del credito ed esattoriali dell’Ugl,  Carfagna Fabio, intende sostenere con forza l’iniziativa che vede l’indizione dello sciopero nazionale previsto il 31/10/2013.

Le motivazioni dello sciopero sono svariate, in particolare non si accetta che ABI intenda addossare ai lavoratori del credito colpe e responsabilità che in realtà risiedono nei salotti del potere, dove durante la fase speculativa della finanza mondiale, che di fatto ha determinato la crisi del settore, sembrava sapessero bene cosa fare, mentre oggi non hanno e non trovano soluzioni se non quelle di addossare ai promotori e ai custodi dei risparmi delle famiglie italiane responsabilità inaccettabili. Inoltre chi scrive non accetta che ABI dichiari l’inadeguatezza del sistema bancario attuale, auspicando una trasformazione che inciderà gravemente sia sui risparmi che nella gestione di risorse finanziarie.

Quanto sopra spiegato deve essere controbattuto con determinazione e deve essere respinta al mittente ogni accusa di inadeguatezza, (visto che ogni piano industriale non è di certo frutto dei lavoratori), ed è soprattutto in assenza di contratto collettivo nazionale che si chiede ai lavoratori del credito un sacrificio e uno sforzo al fine di rafforzare la posizione di chi cerca per ruolo istituzionale di impegnarsi a loro difesa evitando così un drammatico spacchettamento di norme che ogni banca potrebbe decidere di adottare o meno determinando la perdita di garanzie e diritti di salvaguardia, patrimonio di anni di attività di tutela.

Si vuole dare una forte risposta e si chiede alla base dei lavoratori di prepararsi ad un autunno per niente semplice, chi scrive invita alla riflessione ognuno dei lavoratori sul proprio futuro e sulla propria qualità della vita, perché di questo si tratta e non di salvaguardare privilegi che solo il mito degli anni del boom ha alimentato in modo ingiustificato.

Oggi in un clima di sfiducia facciamo insieme un percorso che renderà merito ai custodi ed ai pilastri dei risparmi e del credito delle famiglie e delle imprese italiane, i lavoratori del credito.

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