Cori: PÈ Ì NDÒ – FESTIVAL DI MUSICA, RADICI E SENTIMENTI IMPOPOLARI DI GIULIANELLO

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Continua la rassegna della cultura contadina di Giulianello. Domani sera, sabato 31 agosto, alle ore 21.00, a piazza Umberto I, il «Pè ì ndò – Festival di musica, radici e sentimenti impopolari» ospiterà altre due eclettiche espressioni cantautorali del panorama musicale italiano ed estero.

Il primo a salire sul palco sarà Adriano Bono con la sua «Minima Orchestra», tappa giulianese del suo tour che lo sta portando in giro per l’Italia con un originalissimo mix di musica raggae, arte circense e sonetti romaneschi. Un artista a tutto tondo, Adriano Bono: autore, cantante, polistrumentista pioniere dell’ukulele, organizzatore di eventi e produttore, direttore, ring master e domatore di leoni. Fondatore di tre band, ha collaborato con artisti di fama nazionale e mondiale, firmato e portato al successo alcuni piccoli grandi successi.

Da sempre impegnato nel sociale e per l’ambiente, ha collaborato con Greenpeace, composto una delle sigle della campagna nazionale per il risparmio energetico «M’illumino di meno», battendosi con le sue canzoni contro l’anoressia e il razzismo, a favore della mobilità sostenibile, che pratica spostandosi spesso in bicicletta. La «Minima Orchestra» è una delle sue stravaganti creature. Una formazione snella e agilissima, specializzata in esecuzioni estemporanee e improbabili senza disprezzare i palchi di importanti Festival.

A seguire Marian Serban (cymbalon), Albert Mihai (fisarmonica), Petrika Namol (contrabbasso) e Mitika (clarinetto), alias «Taraf da Metropulitana», trascinante ensemble di musicisti zingari passati in poco tempo dai matrimoni in Romania ai palchi di tutta la Penisola, dopo aver collaborato con i più grandi artisti dell’est europeo. Il nome «taraf» indica i corridoi della ferrovia metropolitana di Roma, lungo i quali questi musicisti, appena arrivati in Italia, si sono ritrovati a suonare prima di passare agli onori della gloria. Esibiranno al pubblico un ricco repertorio di melodie tradizionali dei Carpazi. Ritmi balcanici e orientaleggianti capaci di far vibrare anche gli ascoltatori. Doine e sirbe della tradizione romena, ma anche canzoni napoletane, tarantelle e successi internazionali.

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