Cori – Rosa Tomei. La storia vera e le poesie della donna di Trilussa

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CoriDopo il caloroso debutto a Cori, sua città natale, «Rosa Tomei. La storia vera e le poesie della donna di Trilussa» approda nell’Olimpo della romanità, segnando un ulteriore e deciso passo in avanti verso il riscatto definitivo, come persona e come poetessa, di questa piccola grande donna, di cui pochi fino a non molto tempo fa conoscevano l’esistenza. Mercoledì 8 ottobre 2014, alle ore 16.30, l’opera della professoressa corese Secondina Marafini, edita da Aracne Editrice, verrà presentata nella capitale, nel “Tempio” dello studio di Roma, presso l’Istituto Nazionale degli Studi Romani – Piazza dei Cavalieri di Malta. Oltre all’autrice e all’attrice Claudia Crisafio, che leggerà alcune poesie di Rosa, saranno presenti i massimi esperti della cultura romana e della poesia romanesca.

Paolo Sommella – professore ordinario nella Facoltà di Lettere dell’Università di Roma “La Sapienza” e Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Romani; Marcello Teodonio – professore di Letteratura Italiana presso la Fondazione Besso e di Letteratura Romanesca presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e Presidente del Centro Studi “Giuseppe Gioachino Belli”; Paola Puglisi – responsabile della Sala Romana della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma; Claudio Costa – docente dell’Istituto “Vincenzo Arangio Ruiz” e socio fondatore del Centro Studi “Gabriele Galantara per la satira sociale e di costume”- tra i principali studiosi di Trilussa; Letizia Lanzetta – Direttrice dell’Istituto Nazionale di Studi Romani.

Gran parte del merito di questa rivalutazione che valorizza la figura di Rosa Tomei e il suo spessore letterario, va alla meticolosa ricerca di Secondina Marafini, promossa dall’Amministrazione comunale di Cori – Assessorato alla Cultura – che ha riscritto la storia della sua conterranea, restituendo un volto e un’anima ad un’artista vissuta per 20 anni all’ombra di Trilussa. Secondina Marafini, testi autografi ed inediti di Rosa alla mano, ha dimostrato che l’amore di Rosa per Trilussa era ricambiato, e che Rosa non era la sua vecchia governante semianalfabeta, ma una rimatrice di indubbie capacità, autrice di poesie ed erede intellettuale del Maestro.

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