Frosinone: La Polizia di Stato ha arrestato un giovane ragazzo del capoluogo per atti persecutori: costringeva la compagna a non frequentare altre persone, limitando la libertà di scelta dell’abbigliamento e controllando la sua corrispondenza.

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Il comunicato stampa viene effettuato, nel rispetto del D.lgs nr. 106/2006 modificato dal D.lgs 188/2021, in quanto ricorrono, “specifiche ragioni di interesse pubblico che lo giustificano” che vengono motivate dalla particolare rilevanza pubblica dei fatti oggetto degli accertamenti e per le esigenze costituzionalmente tutelate connesse al diritto all’informazione, al fine di fornire notizie in modo trasparente e rispettoso dei diritti degli indagati e delle parti offese.                

Nella mattinata del 29 luglio scorso, la Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di reato un giovano ciociaro resosi responsabile del reato di atti persecutori nei confronti della ex compagna.

La donna che si era recata presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura di Frosinone, mentre era intenta a formalizzare una denuncia per condotte persecutorie e per una aggressione subita la sera precedente, riceveva una telefonata dal suo ex compagno che, con tono intimidatorio, le riferiva di trovarsi sotto casa sua e che non se ne sarebbe andato di lì. 

La telefonata, ascoltata dagli agenti della Squadra Mobile, ha delineato immediatamente il quadro della situazione e gli agenti una volta arrivati davanti l’abitazione della denunciante, trovavano il suo ex compagno sotto casa.

L’uomo, che era già destinatario di un divieto di avvicinamento alla casa familiare, è stato arrestato in flagranza di reato per atti persecutori e condotto presso la casa circondariale del capoluogo.

È obbligo rilevare che l’indagato, è, allo stato, solamente indiziato di delitto e la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente, e solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudizio, lo stesso sarà, eventualmente, riconosciuto colpevole, in maniera definitiva, del reato ascrittogli. Il tutto in ossequio al principio costituzionale di presunzione di innocenza.

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