Giovani Comunisti Gaeta: Che fine ha fatto la delibera 52 del 2011?

pubblicità

Nella Gaeta alle prese con aiuole, processioni e feste patronali, manca tra gli altri servizi  un centro d’aggregazione culturale pubblico, un luogo che accolga i giovani della nostra città e che oltre ad essere dotato di spazi per lo studio, sia anche un punto di incontro dove svolgere attività culturali e ludico ricreative. Nonostante tale grave problema sia già stato posto più volte all’attenzione degli amministratori fin dai tempi della prima Giunta D’Amante, nulla è stato fatto in proposito negli anni, oltre le solite promesse. Per chiedere finalmente l’istituzione di uno spazio culturale pubblico e gratuito il Coordinamento cittadino Pace, Diritti e Lavoro nel 2008 raccolse in poco tempo circa 800 firme che vennero consegnate all’allora Sindaco e Assessore alla Cultura. Dopo diversi incontri improduttivi la risposta tardiva e non del tutto conforme alle richieste avanzate giunse solo dopo tre anni, naturalmente in periodo preelettorale. Con la delibera consiliare 52  del 4/11/2011 l’Amministrazione Raimondi approvava l’apertura di un centro culturale polivalente ed il regolamento che avrebbe dovuto ispirarne gli scopi e il funzionamento. Promotori della petizione e cittadini firmatari notarono la scarsa tempestività dell’iniziativa strumentale  e contestarono l’idea che la gestione dello spazio venisse aggiudicata ad un’ Associazione tramite bando di gara, invece di essere delegata direttamente agli uffici comunali come richiesto. Malgrado ciò tuttavia l’iniziativa rappresentò comunque un passo avanti nel colmare una mancanza tanto grave. A distanza di due anni ci chiediamo che fine abbia fatto la delibera 52 e perché l’Amministrazione Mitrano non le abbia dato attuazione né seguito, deludendo le aspettative di tanti cittadini, giovani e non solo. Forse la risposta è da cercare nella tendenza diffusa a depotenziare i servizi pubblici in favore di interessi privati e clientele. In questo l’Amministrazione Mitrano è riuscita finora nel non facile compito di mostrarsi più zelante dei peggiori predecessori, tra la privatizzazione delle strutture sportive, la connivenza con Acqualatina e i tanti favori a Fondazioni e ditte amiche. Mentre la delibera 52 giace in un cassetto impolverata le politiche culturali continuano ad essere gestite in modo classista e la gioventù di un centro abitato con oltre 20000 abitanti continua a non avere alternative al Bar e al muretto. I Giovani Comunisti continueranno a battersi contro questo stato di cose e a rivendicare la promozione di una cultura popolare, gratuita, libera e autogestita.

Pubblicità