I VOLTI DEGLI ANTENATI: Museo Civico Archeologico “Greco”, 7/2/15

Museo-Civico-Biagio-GrecoL’incontro di stasera, sabato 7 febbraio, al Museo Civico Archeologico “Biagio Greco” della Città di Mondragone, tratterà di un evento eccezionale sul piano scientifico, archeologico ed antropologico, poiché – alle 18.30 – si scoprirà quale volto avevano i progenitori vissuti nel Medioevo tra le mura, le case e le torri di Rocca Montis Dragonis, il sito archeologico che lo staff scientifico del Museo Civico Archeologico – diretto da Luigi Crimaco – con i suoi docenti e ricercatori, grazie all’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Giovanni Schiappa, scava ormai da oltre un decennio in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per le province di Benevento, Avellino, Salerno e Caserta. I risultati della ricostruzione dei tre volti – tra cui anche quello di un uomo di Neanderthal rinvenuto nella grotta preistorica di Località “Roccia San Sebastiano” – sono veramente strabilianti e basta osservarli per capire quale intensa emozione riescono a suscitare nello spettatore. Da stasera chiunque entrerà nelle bellissime sale del Museo della Città di Mondragone li potrà ammirare: ecco la vecchia signora che ti scruta con sguardo accigliato sul suo volto da sessantenne, ma ancora capace di esprimere una certa delicatezza femminile ed allo stesso tempo forza e decisione. Il suo sguardo sembra perdersi lontano, forse verso quei campi più a valle da cui traeva il sostentamento per la sua sopravvivenza e per pagare le decime al suo Signore. E poi ecco il bambino dal volto delicato capace di esprimere dolcezza e sofferenza allo stesso tempo: forse è così per via della sua malattia che non gli farà superare l’adolescenza? E pare quasi di sentirlo, mentre grida per chiamare i coetanei per invitarli a giocare con quel suo dado da gioco romano ritrovato chissà dove. Stasera saremo di fronte ad un altro frammento della grande leggenda raccontata dalla Rocca Montis Dragonis o da “ru Castiegl” (il Castello) come amano chiamarlo i Mondragonesi. A tirare i volti di Mondragone fuori dal mito ci ha pensato il prof. Matteo Borrini, archeologo forense, oggi docente di Antropologia presso l’Università di Liverpool dove ha ricostruito i volti e le storie dei nostri antenati tra Preistoria e Medioevo. Appuntamento alle ore 18:30 al Museo di Mondragone ad incontrare la storia. Il Museo Civico Archeologico “Greco” di Mondragone è oggi un museo d’interesse regionale e grazie alle campagne di scavo e ricerca offre la possibilità al visitatore, al turista, ma soprattutto agli studenti d’ogni ordine e grado di fare un meraviglioso viaggio nel tempo, dalla Preistoria al Medioevo, passando per il mondo indigeno pre-romano e quello di Roma repubblicana e imperiale. Le campagne di scavo hanno permesso di fare scoperte di grandissimo interesse scientifico soprattutto su vari aspetti sociali ed economici legati al fenomeno tutto medievale dell’incastellamento e hanno evidenziato aspetti fino ad oggi sconosciuti della Rocca Montis Dragonis ma anche del mondo medievale. È necessario preservare un simile tesoro ultimando – sulla cima del Monte Petrino – la realizzazione del Parco archeologico che muove i primi passi sull’Appia Antica, uno strumento necessario per valorizzare ogni singola pietra di una “Pompei medievale”, un sito che per monumentalità e bellezza è in grado oggi di cambiare le sorti economiche della Città sul mare portando centinaia di turisti a Mondragone, desiderosi di visitare un sito pieno di mistero e affascinante quanto un castello della campagna inglese o francese. Le campagne di scavo e ricerche effettuate su concessione del MIBACT promettono scoperte eccezionali: ad esempio il prof. Marcello Piperno è quasi certo che presto ritroverà nella grotta di Roccia San Sebastiano affreschi, capolavori d’arte preistorica degni della bellezza di quelli di Lescaux nella Francia sud occidentale o di quelli scoperti in Spagna nella grotta di Altamira (cueva de Altamira), una caverna famosa per le pitture rupestri del Paleolitico superiore raffiguranti mammiferi. L’apporto delle Università italiane e straniere è fondamentale per portare avanti le ricerche in un territorio dotato di un patrimonio culturale eccezionale. Oggi il singolo ricercatore non è più in grado di condurre isolatamente uno scavo, oggi occorre un team di spessore composto da specialisti in varie discipline ed è sicuramente volontà dell’Amministrazione comunale di continuare a fare del Museo “Biagio Greco” un punto di incontro aperto a studiosi e professori universitari provenienti dall’Italia e dall’Europa, tra cui Francesca Sogliani Direttrice della Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera, Carlo Rescigno docente della Seconda Università degli Studi di Napoli, Gianluca Grassigli docente dell’Università di Perugia, Dimitri Roubis ricercatore del CNR IBAm Italia. Per molti giorni nell’anno il Museo, grazie ai risultati delle ricerche, delle giornate di studio, delle pubblicazioni, è parte del dibattito scientifico internazionale, richiamando energie positive verso l’intera la Regione Campania.

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