LeS: No alla chiusura dei presidi della Polizia Postale e delle Comunicazioni!

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Iacoi: Il sindacato della Polizia di Stato Libertà e Sicurezza si interroga su una decisione dannosa per la sicurezza dei cittadini.
 

 

Mentre i recenti attacchi informatici hanno colpito i PC di molte decine di Paesi (con gravissimi danni ad Istituzioni, Imprese, apparati della Sanità, privati cittadini), la Camera dei Deputati ha recentemente approvato in modo definitivo la legge sul contrasto al cyberbullismo; allo scopo di tutelare meglio i soggetti più deboli della società civile, quali i minori. Questa notizia riempie d’orgoglio noi cittadini, che ci vediamo accomunati alle altre Nazioni nel contrastare l’attività di orchi, di sporche figure e di persone con seri problemi mentali. Anche il Campidoglio ha voluto oggi allinearsi al pensiero comune, premiando sia l’attività della Polizia Postale e delle Comunicazioni, che anche nel 2016 ha realizzato la straordinaria campagna educativa “Una vita da social”, tanto da fregiarsi a buon titolo di essere stata selezionata dalla Commissione Europea tra le migliori iniziative promosse, con l’Atleta delle Fiamme Oro Bebe Vio, per l’impegno nella campagna di sensibilizzazione sul tema. Ma, nonostante ciò, il Viminale sta procedendo ad una, per noi disastrosa, “razionalizzazione delle risorse umane”, con la chiusura di molti presidi proprio della Specialità della Polizia Postale e delle Comunicazioni da molti invidiata, proprio di quella specificità della Polizia di Stato dedita alla repressione dei reati commessi nell’ambito del “web”: in tal modo, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza eliminerebbe “tout court” le strutture provinciali di coordinamento e il numero degli attuali 1.530 dipendenti verrebbe drasticamente ridotto a 1.246. Sul punto, il Segretario Generale del LeS Giovanni Iacoi ha manifestato il proprio rammarico: “l’attuale Governo continua a promettere sicurezza ai cittadini, ma noi poliziotti, che siamo pronti a garantirla, vediamo solo tagli alle risorse, in specie quelle economiche e umane; oppure le chiusure di posti di lavoro ed un inidoneo ricambio generazionale. Ogni giorno assistiamo impotenti alla perdita di elevate professionalità, formatesi nel tempo nei vari rami dell’investigazione, che i nostri colleghi, prossimi al pensionamento, non avranno la possibilità di trasmettere a chi loro subentrerà nel nostro affascinante mondo! La chiusura di parte degli Uffici di una Specialità come quella della Polizia Postale e delle Comunicazioni è e sarà una perdita irrecuperabile. A mio avviso, al contrario, proprio per questo suo precipuo indirizzo lavorativo, essa dovrebbe vedere l’incremento dei propri Centri investigativi, stante la crescente necessità di garantire la ordinaria ma sempre più intensa attività di contrasto al crimine informatico, oggi sempre più evoluto, tramite cui si alimentano il terrorismo, la criminalità comune e politica e le Mafie”.

 

Latina, 18 maggio 2017​ La Segreteria Nazionale

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