Minturno: Un weekend da record tra presenze e… rifiuti. “Serve più cura del nostro lungomare”. Un lungo pensiero di Massimiliano Messore esponente di F. d’I. Minturno

Il Mondo Le3c

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Il primo vero assaggio d’estate ha premiato Minturno con presenze da tutto esaurito: spiagge affollate, attività ricettive e balneari operative al massimo, un colpo d’occhio da cartolina lungo tutto il litorale da Monte d’Argento a Monte d’Oro. Ma al successo di pubblico non ha fatto da contraltare un’adeguata gestione del decoro urbano.

Rifiuti traboccanti, secchi maleodoranti, marciapiedi sporchi: sono alcune delle criticità segnalate da cittadini e frequentatori del lungomare, in un fine settimana in cui, secondo molti, la città avrebbe potuto – e dovuto – offrire un’immagine più curata.

«Sono felice per le attività del nostro lungomare, ho visto tanti ospiti e tanti compaesani godersi il sole. Ma è inaccettabile che il nostro biglietto da visita sia quello di un lungomare sporco, con odori pungenti e cestini stracolmi», denuncia un cittadino in un lungo post social che ha raccolto decine di reazioni e condivisioni.

Nel mirino non ci sono i turisti, come spesso accade, ma la mancata organizzazione straordinaria in previsione del ponte del 2 giugno, largamente annunciato e previsto come l’avvio dell’estate 2025. Da qui la domanda posta con forza: “Perché l’amministrazione comunale non ha previsto interventi straordinari di pulizia?”

Una richiesta concreta: più flessibilità operativa per la ditta che gestisce la raccolta rifiuti, con servizi aggiuntivi anche “fuori capitolato”, cioè non previsti nel contratto standard, ma necessari in occasioni eccezionali come questa.

«Con 32 milioni di euro affidati alla ditta incaricata, ci si aspetta un servizio che sappia anche essere reattivo nei momenti chiave della stagione turistica», si legge ancora nel post.

C’è anche spazio per il riconoscimento al lavoro di singoli operatori, come chi gestisce le spiagge libere, lodato per aver messo a disposizione buste per la differenziata e cercato, con i propri mezzi, di sopperire alle carenze del servizio pubblico.

Il tema, alla fine, torna su un nodo centrale: l’educazione civica non può valere solo per i turisti. Deve partire da chi amministra e gestisce i servizi.

«Possiamo essere il paese più bello del mondo, e lo siamo. Ma nell’era dei social e delle recensioni facili, non possiamo permetterci certe figuracce», conclude l’autore.

Un appello alla responsabilità, insomma, per trasformare l’accoglienza turistica in un sistema che funzioni: non solo belle parole in conferenza stampa, ma cura quotidiana, visione e attenzione ai dettagli.


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