Movimenti o Partiti? Siamo davanti ad una nuova fase politica?

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POLITICA: Coletta, Procaccini, Cusani, Fargiorgio, Stefanelli, Cardillo, questi i sindaci delle città pontine eletti alle amministrative del 2016.

Molte facce nuove e qualche conferma, ma il dato che più impressiona è che nella maggior parte dei casi si è trattato di vittorie da parte di movimenti civici, fatti nella gran parte da volti nuovi.

I partiti tradizionali, nati dopo il 1992, anno in cui il ciclone “mani pulite” spazzò via quella che fu definita “Prima Repubblica”, sono quasi completamente spariti, creando una diaspora di politici che, in molti casi, hanno provato ad inserirsi nei nascenti movimenti, ma che non sempre hanno trovato spazio.

Un ricambio generazionale, un ringiovanimento anagrafico della classe politica, nella quale i quarantenni ed i cinquantenni hanno potuto, finalmente, portare i propri progetti e le proprie idee, il tutto, certamente, favorito  da una profonda crisi senza precedenti della politica partitica .

La quasi totale sparizione dei partiti tradizionali, a favore dei movimenti civici, segna un nuovo punto di svolta, nel quale i cittadini provano a riprendere il controllo della “res pubblica” riaffermando con forza che “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” come recita l’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Una voglia di cambiamento che viene dal basso e che percorre l’Italia in lungo ed in largo, sta modificando quello che è lo scenario originale della politica italiana, una politica che sta collassando sotto scelte che la ha allontanata sempre più dal rapporto con il cittadino e con i problemi di ogni giorno.

I nuovi movimenti civici hanno creato, dunque, un terremoto politico che sta facendo sprofondare la placca tettonica della vecchia politica sotto la nuova placca della partecipazione popolare, disegnando così un nuovo scenario dove il cittadino diventa sempre più parte attiva di una macchina politico – amministrativa, riappropriandosi di quello che è il ruolo affidatogli dalla Costituzione Italiana.

di Enrico Duratorre

 

 

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