Rif. Comunista Formia: Sì alla gestione pubblica dei rifiuti, no alla gestione comprensoriale

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L’idea di una gestione del ciclo dei rifiuti estesa a tutto il comprensorio potrebbe trovarci d’accordo, considerando i vantaggi introdotti dalle economie di scala, da approcci più efficienti nel processo che va dalla raccolta del rifiuto al suo smaltimento o recupero, nonché alla probabile introduzione di standard di qualità adeguata, capaci di migliorare le condizioni dell’ambiente e delle tasche dei cittadini.

Purtroppo, non viviamo nel mondo dei sogni ma nel “Basso Lazio”, dove la gestione dei rifiuti ha offerto sempre risultati alquanto mediocri. In questi anni, Formia, Minturno e Gaeta sono stati sempre al di sotto delle percentuali minime di raccolta differenziata previste per norma. Nel 2011, Formia ha raggiunto il 32,8% di r. d., Gaeta il 9,8% e Minturno il 12,1% [dati ufficiali della provincia di Latina], tutti ben lontani dal 65%, minimo previsto dalla normativa vigente per l’anno 2013. Dati allarmanti che dovrebbero imporre l’intervento della Corte dei Conti per capire se esiste un danno erariale derivante dal mancato rispetto delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti.

La condizione della gestione dei rifiuti è resa ancor più nera dai gravi fatti di cronaca giudiziaria, che impongono una seria riflessione sulla gestione comprensoriale.

Nel caso di Minturno, nonostante il contratto d’appalto, il servizio della raccolta differenziata non è stata mai effettuato nelle modalità dovute, tant’è che, in seguito ad indagini della magistratura, sono state emesse ben nove condanne, in primo grado, per sette persone tra politici, amministratori e vertici della società Ego Eco, tra cui spiccano i cinque anni per Romolo Del Balzo, già consigliere regionale Pdl e presidente del consiglio comunale, cinque anni a Vittorio Ciummo, patron della società.

Anche il servizio di Gaeta è oggetto di indagini della magistratura sull’operato della De Vizia, per ciò che concerne la correttezza del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani eseguito dalla società puteolana.

Reati – pare di capire – commessi nell’assenza complice di qualsiasi controllo da parte degli enti appaltanti, cioè i comuni.

In attesa del corso della giustizia e delle sentenze che sanzioneranno gli abusi commessi, non si può non esprimere forti perplessità sulla reale fattibilità di una gestione economica e sostenibile condotta con partner del genere. A nostro avviso è necessario elevare la qualità degli standard e raggiungere i limiti di norma nel nostro comune, prima di affrontare un percorso comune con gli altri comuni.

Ben venga quindi l’idea di una gestione pubblica dei rifiuti, ma per i motivi appena espressi, chiediamo che l’ipotesi di una gestione comprensoriale sia messa da parte optando per una municipalizzata che agisca sotto controllo del consiglio comunale, ribadendo la proposta di azienda speciale già portata all’attenzione dell’allora assessore all’ambiente Aldo Zangrillo.

La gestione pubblica dei servizi è un indirizzo espresso con forza dai cittadini, che hanno votato sì al primo quesito referendario del 12 e 13 giugno 2011, con cui s’è abrogato l’obbligo dell’affidamento ai privati dei servizi locali (rifiuti compresi) allora deciso dal governo Berlusconi, con l’appoggio di quel Pd, dove sempre con più fatica cerchiamo di scorgere un ché di sinistra.

Lo scopo della politica dovrebbe essere di mettere in sicurezza il servizio rifiuti di Formia, rendendolo immune da qualsiasi forma di (mala)gestione e/o infiltrazione.

I consiglieri comunali attuali si assumano la responsabilità di dotare la nostra città di un servizio di raccolta rifiuti efficiente, dove alla qualità del servizio si unisca la tutela dei lavoratori, prevendendo che gli stessi siano coinvolti nella gestione, essendo dotati di quell’esperienza utile ad indicare soluzioni a problemi che ostacolano il miglioramento del servizio.

Confidiamo, inoltre, che l’accordo firmato da sindacati e comune di Formia per tutelare i lavoratori delle società che gestiscono appalti per conto dell’ente comunale, produca gli effetti sperati anche per quelli impegnati nei servizi ambientali.

Noi vigileremo perché ciò avvenga, per questo chiediamo fin da subito che tutti gli atti prodotti dall’amministrazione siano resi interamente pubblici, in modo da poterne giudicare efficacia e validità.

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