Le dichiarazioni di Carmine Schiavone riaprono in maniera drammatica le ferite della discarica di Borgo Montello, pur se si tratta di cose già note emerse nei processi e nelle audizioni parlamentari. Come Provincia, ci troviamo in una situazione molto difficile, perché da una parte i cittadini ci chiedono risposte e dall’altra siamo impossibilitati ad avere dalle autorità preposte le opportune indicazioni sulla veridicità e sull’affidabilità delle dichiarazioni di Schiavone e l’esatta individuazione dei luoghi.
Come rappresentante delle istituzioni, sono sconvolto dal fatto che la Dia sarebbe a conoscenza dei punti esatti dove sarebbero stati interrati i rifiuti pericolosi, elementi questi che non sono mai stati indicati neanche segretamente alle amministrazioni locali. Mi auguro che la magistratura possa far luce sull’intera vicenda, indicando agli enti locali i luoghi incriminati dell’intera provincia pontina per consentirci di attivare al più presto tutte le procedure necessarie ad accertare la presenza di tale materiale nocivo e predisporre le operazioni di bonifica. Tengo a precisare che, data la portata del fenomeno, è scontato che ci sarà un intervento importante da parte degli enti preposti a livello regionale e nazionale non solo dal punto di vista finanziario.
La Provincia di Latina è pronta a fare la sua parte, come sempre, sia quando si è trattato di scavare per i fusti tossici come indicato dall’Enea sia quando si è trattato di dare pareri per Borgo Montello, pareri – voglio ricordare – sempre negativi. Gli scavi fatti fino ad ora sono avvenuti nei punti e nei modi indicati dalle autorità, non in base a valutazioni autonome delle amministrazioni locali. Nel 2008 come Provincia ci siamo attivati per ulteriori scavi dai quali non è emerso nulla: furono rinvenuti materiali ferrosi compatibili con le discariche. I cittadini ci chiedono delle risposte ma per fare questo bisogna togliere il segreto sulle audizioni parlamentari di Schiavone e sulle informazioni in possesso della Dia, che conosce esattamente i luoghi dove sono sotterrati i rifiuti chimici.
Dispiace rilevare, inoltre, che ci sia qualcuno che vuole dare un colore politico a questo terribile fenomeno di trent’anni fa. Il connubio tra istituzioni e camorra, da quello che si evince dalle dichiarazioni di Schiavone, dovrebbe riguardare un intero sistema, non soltanto un partito o una parte politica.
Infine, in riferimento a quanto apparso su qualche quotidiano locale, vorrei assicurare che i fascicoli relativi delle procedure per Borgo Montello sono custoditi nell’archivio provinciale, a disposizione di tutte le forze dell’ordine e la magistratura che negli anni hanno potuto consultare.
Dal settore ecologia della Provincia di Latina su ogni autorizzazione pervenuta dalla Regione Lazio sull’apertura di discariche speciali localizzate a Borgo Montello è sempre giunto parere negativo. Vorrei correggere il collega Visari, ricordando che la Provincia ha chiesto di costituirsi parte civile, ma ci è stato negato, mentre è stata ammessa un’associazione di Latina.
Chi dovrebbe fare luce su tutto questo è la commissione parlamentare ecomafia. Alcune informazioni sono state secretate nelle audizioni di Schiavone e mi associo all’interrogazione presentata da Realacci che chiede al Ministro Orlando e al Presidente Letta di togliere il segreto su quelle preziose dichiarazioni. L’attenzione dell’amministrazione su queste tematiche resta alta e siamo pronti a fare la nostra parte come abbiamo sempre fatto.
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